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Università della Terza Età, la replica del dirigente della San Giovanni Bosco

La Redazione
università della terza età
Giuseppe Monopoli risponde alla presidentessa dell'associazione culturale: «La sicurezza degli studenti del nostro istituto è prioritaria»
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Il Dirigente Scolastico del II Circolo Didattico San Giovanni Bosco, Giuseppe Monopoli, replica alla lettera aperta, pubblicata da TerlizziLive, della presidentessa dell’Università della Terza Età.

Giuseppina Piemontese, a capo dell’associazione culturale, aveva infatti dichiarato il proprio disappunto circa la scelta da parte dell’istituto di non concedere, a differenza degli scorsi anni, la disponibilità delle aule della scuola dell’infanzia di Via Nicola Quercia. Per questo motivo l’inaugurazione dell’anno accademico, in programma il 4 novembre, è slittata a data da destinarsi.

In riferimento all’articolo pubblicato su Terlizzilive, dal titolon“L’anno accademico dell’Università della Terza Età stentana partire: «Ci negano la sede»”, spiace rilevare che lanPresidente della UTE, con il pur comprensibile obiettivo di smuoverenl’emotività dei lettori, punti sul facile vittimismo e su luoghincomuni piuttosto scontati. Tuttavia, ed è per questo che lonscrivente sente il dovere morale ed istituzionale di intervenire, lensue affermazioni non rappresentano affatto le convinzioni e le ideendella nostra Istituzione Scolastica.

nDopo la lettura dell’articolo è evidentemente venuto meno ilnnostro convincimento di aver spiegato adeguatamente le motivazionindel consiglio di circolo. Lo scrivente ha ricevuto – pur senzanpreavviso – una nutrita delegazione dell’UTE, e successivamente,ninsieme alla presidente e alla segretaria del Consiglio di Circolonche si sono rese subito disponibili, abbiamo nuovamente incontrato ilndirettivo al fine di spiegare serenamente e – immaginavamo –nsenza fraintendimenti le motivazioni della nostra decisione. Innquesti incontri abbiamo affermato più volte l’alta considerazionenche la scuola in generale, e il consiglio di circolo in particolare,nha dell’esperienza dell’UTE. A quanto pare, però, tutto ciò ènstato vano, visto che la prof.ssa Piemontese ritiene ancoran«incomprensibile» la non opportunità di concessione dei localindella nostra scuola dell’infanzia, e continua ad affermare che «nonnci si è preoccupati della enorme e importante valenza culturale enpedagogica».

nVogliamo dunque ribadire pubblicamente che il consiglio di circolo –nle cui decisioni sono non solo rispettate, ma anche condivise dallonscrivente – è pienamente consapevole della lunga e positivantradizione dell’UTE, ed è fermamente convinto dell’enorme enimportante valore culturale e sociale delle sue iniziative. n

nTuttavia, il suo compito istituzionale è quello di occuparsi enpreoccuparsi innanzitutto degli alunni della scuola, garantendonsoluzioni organizzative necessarie ad assicurarne il dirittonall’apprendimento, con la massima tutela possibile. Riteniamondoveroso osservare quelle regole – anche di buonsenso – chengovernano l’uso dei locali scolastici frequentati dai bambini,nsoprattutto se si tratta di bambini piccoli quali quelli della scuolandell’infanzia. Ciò anche nel rispetto di quel principio dinlegalità che è uno dei pilastri irrinunciabili dell’azionenamministrativa, formativa e didattica della scuola. n

nNon si capisce – o, forse, si capisce benissimo – perché lanpresidente, nei suoi continui riferimenti al passato, allan“consuetudine”, alla “storia”, non ricordi ad esempio len“storiche”, persistenti problematiche relative alla sicurezzanche, nel corso degli anni, nonostante le continue rassicurazioni danparte dell’UTE, sono state rilevate e non sempre del tutto risolte.nSembra opportuno ricordare che, in più di una occasione, la scuolanha dovuto “insistere” per ripristinare le normali condizioni dinsicurezza per i nostri bambini. Certo, non abbiamo mai ritenuto dinaffrontare tali problematiche con “lettere aperte” o ricorrendo ancanali ad ampia diffusione, ma lo abbiamo sempre fatto, con lancorrettezza istituzionale che sempre ci contraddistingue, nelle sedinopportune. n

nQuanto alla non troppo velata responsabilità imputata alla scuola dinaver vanificato una impeccabile organizzazione quando «tutto eranpronto per iniziare il nuovo anno», ci permettiamo di rilevare chenda quel “tutto”, mancava la concessione dei locali, che sarebbenstato opportuno aspettare prima di mettere in moto la macchinanorganizzativa. Il «fulmine a ciel sereno», in questo modo, sinsarebbe potuto tranquillamente evitare.

nSicuramente l’UTE è un fiore all’occhiello, non tanto per lannostra scuola, quanto per l’intera Città di Terlizzi. Del resto,nsarebbe piuttosto preoccupante se una scuola – qualunque scuola –npotesse vantarsi esclusivamente per l’ospitalità concessanall’Università della Terza Età, o ad altre meritorienassociazioni. Ben diversa sarebbe una comune progettazione dininterazioni formative che, come più volte ribadito, auspichiamo encontinuiamo ad auspicare.

nRibadiamo ancora, nella speranza che almeno questa volta si vogliancomprendere, che la scuola riconosce senza dubbio la valenzanculturale e sociale delle esperienze dell’UTE, e che proprio pernquesto continua a garantire la propria disponibilità a supportare ilndirettivo per la ricerca di sedi più idonee, in cui venga evitato unnutilizzo promiscuo degli spazi destinati quotidianamente allandidattica. Tale disponibilità, come la presidente dovrebbe sapere,nsi sta concretamente attuando proprio in questi giorni con ilnpositivo dialogo tra lo scrivente e la dirigenza di un’altranistituzione scolastica cittadina, finalizzato alla concessione dinlocali di una struttura scolastica condivisa dalle due scuole.

nCordiali saluti.

martedì 21 Novembre 2017

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