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L’Ute celebra Perlasca, le considerazioni di una corsista: «Quanta emozione in Pinacoteca!»

La Redazione
giorgio perlasca
Il 6 marzo scorso l'Università della Terza Età ha celebrato con una serata evento aperta al pubblico Giorgio Perlasca, l'italiano che durante la Seconda Guerra Mondiale riuscì a salvare cinquemila ebrei ungheresi
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Il 6 marzo scorso l’Università della Terza Età “Angela Stragapede” di Terlizzi ha celebrato con una serata evento aperta al pubblico Giorgio Perlasca, l’italiano che durante la Seconda Guerra Mondiale, fingendosi un console spagnolo, riuscì a salvare rocambolescamente circa cinquemila ebrei ungheresi. La sua storia emerse soltanto decenni dopo, quando fu dichiarato dal governo di Israele “Giusto fra le nazioni”.

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni di una corsista dell’Ute sulla serata del 6 marzo in Pinacoteca.

Quanta emozione ieri in Pinacoteca! Quanti ricordi di Giorgio Perlasca attraverso la presentazione della nostra presidente Piemontese, il video del giornalista Piero Angela, i racconti del figlio Franco e della moglie di quest’ultimo, senza trascurare gli interventi dell’assessore alla Cultura e del nostro primo cittadino Ninni Gemmato. Sarà perché io sono particolarmente sensibile nei confronti delle persone umili ed altruiste, ma non immaginavo di lasciarmi coinvolgere fino alla commozione nel dolcissimo ricordo di quest’uomo attraverso le parole della nuora! Si, perché questi uomini speciali, dal gran cuore, nel loro passaggio sulla terra, non fanno rumore, operano senza clamore nella convinzione che il loro operato rientri nella normalità. Per questi, chiunque avrebbe fatto altrettanto! Io non conosco il credo religioso di Perlasca, ma la nostra Chiesa senz’altro lo avrebbe beatificato! E penso invece alle tante diatribe, discordie e guerre che da sempre sono scoppiate per progetti totalitaristi di tipo politico, sociale e religioso dove si fa largo solo l’individualismo di ognuno! Il silenzio decennale di quest’uomo sulla sua mirabile opera mi ha toccato a tal punto da pensare che lo conserverò nel mio cuore, accanto ad altri personaggi religiosi e laici arricchendo il mio bagaglio emozionale! Che dire? È stato solo un caso che dopo un lungo silenzio durato ben 45 anni qualcuno abbia fatto emergere dal buio questa splendida figura portandola ai dovuti onori negli ultimi anni della sua vita. Successivamente è stato insignito dell’attributo di Giusto fra le Nazioni giacché, pur non essendo ebreo, senza ottenere un proprio vantaggio, ha rischiato la vita per salvare quella di altre cinquemila ebrei ungheresi dall’orrore dell’Olocausto. Non vorrei dilungarmi ancora con notizie che noi tutti sappiamo ma desidero chiudere con una breve sintesi della bellissima lettera letta con molta delicatezza dalla signora Perlasca, moglie del figlio Franco. La missiva inviata a Giorgio da un gruppo di ebrei che per anni lo aveva cercato e finalmente trovato, in breve racconta così: “Ci rivolgiamo a Voi che Vi occupaste del nutrimento dei vecchi e dei malati con una tenerezza che noi non possiamo esprimere con parole. Noi non dimenticheremo mai che Voi tante volte ci incoraggiaste e avete agito nel nostro interesse con la più grande saggezza e il più grande coraggio, allora ché la nostra situazione era talmente disperata! E noi sappiamo quante volte per salvarci dalle mani degli assassini avete rischiato la vita!” Quale testimonianza può essere più vera? Di più non scrivo perché da queste poche frasi si evince la grande umanità, la sensibilità e la magnificenza dell’uomo! A conclusione ringrazio di cuore la nostra Presidente, il Direttivo dell’Ute e quanti hanno collaborato per rendere speciale la serata del 6 marzo che la nostra scuola ha voluto dedicare al Giusto fra le Nazioni, Giorgio Perlasca.

sabato 9 Marzo 2019

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