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«I trattamenti antilarvali in corso stanno avvelenando gli uccelli»

La Redazione
uccello avvelenato
Sono molte, all'indomani delle prime disinfestazioni, le segnalazioni di uccelli adulti e pulli trovati morti per strada, spesso ai piedi di alberi, dove presumibilmente precipitano dai nidi, intontiti
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Sono in corso i trattamenti di disinfestazione antilarvale dell’abitato e delle zone residenziali. Il primo intervento è stato già effettuato, ma l’Asipu ha comunicato negli scorsi giorni di averne in serbo altri otto fino a settembre.

Il trattamento dura mediamente sei ore ed è la stessa azienda coratina a sottolineare “le condizioni di pericolo derivanti dall’utilizzo di presidi medico-chirurgici”, suggerendo alcune misure prudenziali per i cittadini, come il “tenere porte e finestre chiuse durante il passaggio del mezzo adibito alla disinfestazione, “non lasciare derrate alimentari all’esterno durante l’esecuzione delle disinfestazioni” e “non lasciare animali domestici esposti alla disinfestazione”.

Cautele che tuttavia non possono essere prese, per ovvie ragioni, dai volatili che popolano le fronde degli alberi cittadini. Sono molte, infatti, all’indomani dei primi trattamenti, le segnalazioni di uccelli adulti e pulli trovati morti per strada, spesso ai piedi di alberi, dove presumibilmente precipitano dai nidi, intontiti.

Un lettore ci ha scritto per esprimere la sua preoccupazione, inviandoci alcune foto (di cui pubblichiamo solo una per scelta editoriale). Alcuni piccoli volatili – racconta – sono stati trovati in stato molto critico e condotti presso studi veterinari dove, dopo poche ore, malgrado le cure, sono irrimediabilmente deceduti. In tutti i casi la diagnosi è stata la medesima: intossicazione.

Stessa sorte è capitata a un pappagallino di Sovereto, caduto da una palma e morto dopo qualche ora in un centro wwf a Molfetta. In particolare, il responsabile della struttura ha ricondotto questi casi di avvelenamento all’utilizzo di presidi tossici – per lo meno per i piumati – durante la disinfestazione, condotta quest’anno – specifica il nostro lettore – utilizzando “un idrante lungo 5 o 6 metri: posizionavano il getto direttamente sulle fronde, emettendo una sorta di nube. Ci vuole più sensibilità, non si possono sterminare gli uccelli in questo modo”.

domenica 17 Giugno 2018

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