Spettacolo

Inigo torna con “Lucio”, una canzone su amore e mancanza ai tempi di Spotify

Michele Colaleo
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Inigo - Lucio (Official Video)
È il primo singolo del cantautore terlizzese con la nuova etichetta Matilde Dischi
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“I giardini di marzo hanno cambiato colore

Sono in piena confusione tra pensieri e parole

E penso a te, insieme a te sto bene però

Amarsi un po’ non è mai stata la soluzione

Dio mio non prenderla così…”

I versi dello special dell’ultimo singolo di Inigo racchiudono alla perfezione il senso di “Lucio”, una canzone scritta per raccontare la fine di un amore e il senso di mancanza che ne deriva, paragonato alla sensazione di vuoto – solo recentemente colmato – data dall’assenza della discografia di Battisti sulle piattaforme di musica online. La metafora è originale e ben riuscita, e il pezzo trasmette tutto il disagio di una vita completamente sbalestrata dalla perdita di un amore in grado di dettare tempi e ritmi della quotidianità.

“Lucio”, l’ultimo singolo di Inigo – all’anagrafe Inigo Giancaspro – è stato ufficialmente lanciato lo scorso 13 dicembre per Matilde Dischi, la nuova etichetta del cantautore terlizzese. La canzone è accompagnata da un video con la regia di Luca De Nicolo, visibile da ieri su YouTube (in allegato a questo articolo, n.d.r.), ed è stata presentata lo scorso 17 dicembre in un’intervista a Video Italia Puglia.

L’uscita di “Lucio” rompe il silenzio discografico di Inigo, che durava dalla pubblicazione del suo “Terzo disco d’esordio” (il primo da solista, dopo la fine del progetto “Inigo & Grigiolimpido), preceduto da “Mai fermarsi”, un singolo del 2017 in collaborazione con Francesco Baccini.

La bacheca di Inigo vanta diversi riconoscimenti, ciascuno dei quali ha segnato un passo in avanti ideale nello sviluppo della sua musica cantautoriale autenticamente indie. Il diploma al C.E.T. di Mogol come autore e compositore ha rappresentato una sorta di “marchio di qualità”, ulteriormente attestata dal premio per la “Miglior canzone d’amore indipendente”, ricevuto dal Mei (Meeting delle etichette indipendenti), nel febbraio del 2012 al Palafiori di Sanremo durante la settimana del Festival, per il brano “Tutta un’altra guerra”, contenuto nel suo disco d’esordio.

Le strade di Inigo e del Festival si sono incrociate nuovamente nel 2015, quando il cantautore ha vinto “Area Sanremo” con il brano “Di me e di te” ed è arrivato ad un soffio dalla partecipazione ufficiale nella categoria Sanremo Giovani.

Un altro importante riconoscimento è giunto nel 2016, quando la sua canzone “La tesi del coraggio” è stata premiata al Salone del libro di Torino, per poi essere menzionata anche al Premio Lunezia nella sezione “autori di testo”. Inigo ha condiviso il palco con nomi prestigiosi della musica italiana (Fabrizio Moro, Arisa, Simone Cristicchi tra gli altri) e si appresta ad eseguire dal vivo anche questo suo ultimo pezzo. Nell’attesa, abbiamo deciso di incontrarlo per porgli alcune domande su “Lucio” (e non solo).

Parlaci di “Lucio”, il tuo ultimo singolo. Mi piacerebbe capire come è nata la canzone e quanto peso abbia avuto la discografia di Battisti nella tua formazione musicale.

È nata dal ritornello, volevo descrivere una mancanza e ho pensato che l’assenza del repertorio di Battisti dalle piattaforme di streaming rappresentasse una metafora perfetta, un po’ come il brano “Anna” dello stesso Battisti, quando dice “un lavoro io l’ho, una casa io l’ho, la mattina c’è chi mi prepara il caffè… cosa voglio di più? Voglio Anna…”, il concetto è lo stesso. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, la risposta è “tanto”: ho divorato i suoi dischi e Mogol è stato il mio maestro al C.E.T., più di così…

Il pezzo è un saggio ispirato dell’indie italiano. Cosa vuol dire oggi definirsi “indie”, vista la svolta clamorosamente pop che la scena nazionale sta imprimendo a questo genere?

Io credo che l’indie più che un genere rappresenti un’attitudine, un approccio totalmente indipendente alla produzione delle canzoni sia da un punto di vista artistico che discografico, negli ultimi anni l’indie è diventato il nuovo pop perché il pop al quale eravamo abituati a mio avviso è diventato obsoleto.

Molti artisti con i quali hai condiviso il palco nel corso della tua carriera hanno espresso in musica la loro visione politica e sociale (penso a Cristicchi e Moro, ad esempio). Credi sia necessario sbandierarla, anche a rischio di essere strumentalizzati?

A me è capitato di fare in passato un disco (nel mio progetto precedente) intitolato “ControindiCanzoni” che è stato definito un disco politico-sociale, nonostante io non abbia manifestato nessun tipo di simpatia “partitica”. In generale, credo che le canzoni parlino da sole e l’io” di chi le scrive viene fuori sempre e comunque se si impara a leggere tra le righe. Detto questo, ognuno si espone come ritiene più opportuno, mettendo in conto anche il rischio di essere strumentalizzato.

Hai recentemente cambiato casa discografica, firmando un nuovo contratto con Matilde Dischi. Quali sono i progetti che questa nuova etichetta ha in serbo per te? Dobbiamo aspettarci altri singoli o stai preparando un album?

Navighiamo a vista. Faremo uscire altra musica sicuramente, la modalità non è importante, contano le canzoni e i dischi in fondo non sono altro che contenitori di canzoni.

sabato 21 Dicembre 2019

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