Spalla

A Roma “l’Arca di Noè” dei prodotti pugliesi da tutelare

Elena Albanese
Villaggio contadino a Roma
Tra le specie da proteggere, ci sono anche l'asino di Martina Franca e la pecora Gentile di Altamura
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In Puglia, negli ultimi 100 anni, sono scomparse tre varietà di frutta su quattro, mentre la produzione si è ridotta del 15% perdendo otre 8mila ettari. Attualmente sono ancora 632 le coltivazioni a rischio.

La biodiversità dei prodotti agricoli e degli animali diventa dunque un aspetto da difendere e tutelare, come in una sorta di novella Arca di Noè.

È quello che si propongono i giovani produttori pugliesi 2.0, che hanno animato lo scorso weekend a Roma il Villaggio contadino con cibi, piante e razze salvate dall’estinzione grazie al loro lavoro, ma anche a quello delle generazioni che li hanno preceduti. Un’operazione sostenuta dai cosiddetti “Sigilli” di Campagna Amica di Coldiretti, una raccolta di 311 specie censite dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal Comitato scientifico dell’associazione.

La Puglia, in questo, è una regione virtuosa. Può vantare infatti ben 35 eccellenze, che vanno – in rigoroso ordine alfabetico – dall’albicocca di Galatone al suino nero dei Monti Dauni, passando da prelibatezze quali numerosi formaggi (due specialità di burrata e di scamorza, cacioricotta, caprino, giuncata e pecorino), verdure (le immancabili cime di rapa e le cicorie di Molfetta, Otranto e Galatina), ma anche il fungo cardoncello e la lenticchia di Altamura, giusto per citare due elementi tipici del territorio murgiano.

La nostra regione conta 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato dai parchi nazionali del Gargano e dell’Alta Murgia e l’8,3% da riserve naturali marine. In cima alla classifica c’è la provincia di Foggia con il 51,5% della superficie, seguita da Bari col 27,7%. In questi luoghi la varietà vegetale comprende 2.500 specie, curate nel rispetto della sicurezza alimentare e ambientale, in modo da garantire ai consumatori bellezza, bontà e genuinità e, di conseguenza, miglioramento della qualità della vita.

Alcune di esse hanno fatto bella mostra di sé nella capitale, insieme ai loro produttori, «contadini e allevatori che con grande sacrificio e passione tengono alta l’immagine della regione», come li definisce il direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti.

Fra gli altri prodotti c’erano il barattiere, la batata rossa leccese, il cappero e il salame del Gargano, la fava di Carpino, le olive Termite e Bella di Cerignola, conserve ai frutti di stagione, miele ai mille aromi, pomodori essiccati, le cinque dop pugliesi dell’extravergine di oliva, da cui si ricavano anche creme e maschere di bellezza, infine pasta e taralli di grano arso e di grano “Senatore Cappelli”, che nell’ultimo anno ha quintuplicato le superfici coltivate.

A essere salvate sono state anche molte razze animali, fra cui l’asino di Martina Franca, che con più di mezzo millennio di storia è il “gigante” degli asini italiani, oltre ad essere famoso per il suo latte usato per l’alimentazione dei più piccoli; e la pecora Gentile di Altamura, dalla cui lana pregiata possono essere ricavati molti articoli di moda, dalle scarpe agli occhiali.

Si tratta nella maggior parte dei casi di animali “amici dei bambini”, ai quali è stata recentemente affidata anche una funzione curativa attraverso la pet therapy, che è entrata prepotentemente tra le nuove attività previste dalla legge sull’Agricoltura sociale approvata dal Parlamento nell’agosto 2015.

martedì 9 Ottobre 2018

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