La notizia del migrante trovato senza vita sabato scorso in un casolare nella campagna terlizzese ha suscitato le reazioni immediate di moltissimi cittadini. C’è tristezza e rabbia per il destino dell’uomo, originario del Marocco, che a soli 47 anni ha trovato la morte in solitudine in una struttura rustica di Via Calcara.
Secondo Città Civile per i migranti e i lavoratori stagionali “non è stato fatto abbastanza. Anzi, non è stato fatto nulla. E ne siamo tutti responsabili. La presenza di persone straniere in condizioni d’indigenza sul nostro territorio è sempre stata vista in un ottica di emergenza, con riferimento particolare agli stagionali. Un errore politico-istituzionale. Un orrore sociale. Promuovere l’integrazione tra diverse comunità straniere con quella locale farebbe soltanto bene al nostro tessuto sociale. Purtroppo non è andata sempre così – continua il movimento politico terlizzese -. Preziosa la loro forza lavoro, tanto utile alla nostra terra quanto abusata e sfruttata da persone che vedono nello straniero un’opportunità di profitto. Troppo poco tutelati nelle loro difficoltà, esigenze personali, diritti sociali e sanitari. Si finisce per morire da soli, tra quegli alberi che promettevano loro speranza, lavoro, diritti e futuro ma che oggi li accolgono altrove, in un luogo probabilmente meno indifferente del nostro”.
Città Civile segnala di aver formulato in passato nelle sedi istituzionali del governo cittadino “quattro proposte a cui, ad oggi, non sono seguite azioni concrete. Proposte approvate all’unanimità dal consiglio comunale. Chiediamo di sapere pubblicamente quali risultati sta producendo quell’ordine del giorno. Attendiamo risposte”.
Sulla questione interviene anche il centro sociale autogestito Il Fronte dei Ribelli, che ricorda come siano “anni che all’amministrazionenGemmato viene richiesto di strutturare un’accoglienza dei migrantinche metta le persone con la loro dignità al centro di un progettonSprar per cui il comune non si è mai candidato e per cui avrebbenpotuto ricevere importanti finanziamenti, anche rispetto allendeliberazioni approvate dallo stesso consiglio comunale”. Pur essendo i migranti “importantissimi pernla nostra città che ha un’economia basata sull’agricoltura”, essi continuano a vivere “ai margini di una società che sa e fa finta dinnon vedere”.
La morte del migrante “dovrebbe farci rifletterentutti su quali sono le nostre responsabilità, responsabilità dincittadini, per aver fatto finta di non vedere, per non aver preso unanposizione politica e umana. Certo la mancanza di un piano dinaccoglienza ben strutturato non solo incrementa il rischio Covid, perncui siamo certi che i tanti xenofobi che affollano questa cittànuseranno come argomentazione per continuare a tacciare i diversi,ncontinuando a difendere confini che esistono solo nella testa deinbenpensanti, senza porsi serie domande”.
Il Fronte dei Ribelli si chiede quale sia la vera causa di questa morte in solitudine: “è morto solo in maniera naturale? O è morto a causandella nostra indifferenza? A causa di una politica che non danrisposte? Forse se ci fosse stata un’accoglienzanstrutturata, forse si sarebbe potuti intervenire con un primonsoccorso ed invece è morto solo”.
Se il Comune avesse previsto un piano di accoglienza strutturato per i migranti, conclude il Fronte, “forse avrebbe salvato qualcuno. Ma se la politica si dimentica dinsalvaguardare la vita, è una politica che non ha senso. Di quel piano pernl’accoglienza ne abbiamo un disperato bisogno e questa morte pesananche su tutto il consiglio comunale di Terlizzi. Questa volta abbiamo tutti quanti personuna parte umana importante di questa città”.