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Galliani: «Rammarico per i discorsi sull’autonomia regionale da parte di Fratelli d’Italia»

La Redazione
mariangela galliani
L'esponente di FdI scrive alla leader del proprio partito per sollevare perplessità sulle "ritrovate alleanze con la Lega", che "ridefiniscono strategie diverse e opposte​" in tema di autonomie
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La consigliera di centrodestra Mariangela Galliani, in quota Fratelli d’Italia nell’assemblea comunale di Terlizzi, indirizza una lettera aperta al leader di FdI Giorgia Meloni.

L’esponente di FdI scrive alla leader del proprio partito per sollevare perplessità sulle “ritrovate alleanze con la Lega nazionale e le istanze veneto-lombarde”, che “ridefiniscono strategie diverse e opposte” rispetto a quelle prefigurate in occasione del referendum consultivo svoltosi in Lombardia e in Veneto nel 2017, quando Giorgia Meloni si era detta convinta dell’importanza di tutelare l’identità e la coesione nazionale italiana prima di ogni cosa.

Al contrario, recentemente Giorgia Meloni ha dichiarato che il partito da lei coordinato sta lavorando per trovare convergenze con la Lega, di cui è alleata anche in Puglia, in tema di autonomie regionali. Di seguito riportiamo il testo integrale della missiva della Galliani.

Onorevole, mi permetta di rivolgerle i miei saluti e una domanda alla quale tengo in modo speciale. Sono una donna del Sud, del Sud vero di questa Italia leoparda. Sono una madre, come lei, di cultura cattolica; un architetto e una cittadina prima di qualsiasi altra cosa. Vivo in Puglia, in un paese che conosce bene, perché più volte lo ha onorato di una sua visita. Vivo a Terlizzi e qui ho il dovere di rappresentare nel consiglio comunale le istanze generali della mia città.

Sono stata candidata nella lista di Fratelli d’Italia da indipendente. Poi, ho aderito al partito che lei rappresenta con la convinzione di chi sposa una causa giusta per il suo paese. Allora, al governo la Lega aveva abdicato al mandato elettorale a favore di un governo misto da condividere con i Cinque Stelle e Fratelli d’Italia era all’opposizione. Ricordo bene le posizioni del partito rispetto ai temi appuntiti del regionalismo e dell’autonomia. Sono ben riassunte le istanze a favore di un sistema pubblico fedele al dettato costituzionale unito e unitario (ad iniziare dalla scuola, dalla sanità, dalle infrastrutture, etc.) che pareva a tutti, o a me almeno, un punto fermo e assoluto, indispensabile a garantire equità e giustizia sociale nel programma politico di chi si proponga a rappresentare un’area del paese penalizzata da sempre da una velocità zavorrata.

La destra di Fratelli d’Italia era una destra per il Nord, per il Centro e per il Sud d’Italia. Dal punto di vista di noi che amiamo questa terra hanno contato molto i confronti di partito organizzati su queste tematiche: “Visto da Sud” ne è esempio significativo.

Oggi invece, le ritrovate alleanze con la Lega nazionale e le istanze veneto-lombarde, ridefiniscono strategie diverse e opposte e personalmente ho avvertito un profondo senso di smarrimento, di vuoto, anzi, di abbandono nel leggere, a margine di una immagine spot proposta nel corso della campagna elettorale attualmente in corso per l’elezione del Presidente della Regione in Puglia, la dichiarazione nella quale Fratelli d’Italia “…conferma l’impegno su (presidenzialismo e) autonomia”.

Ecco, le confesso, onorevole, mi è parso un tradimento.

Non so non pensare a una scuola già mortificata dalla carenza di investimenti: al Sud il tempo pieno, così come lo conoscete voi da Roma in su, non esiste; semplicemente perché ci manca tutto: strutture e infrastrutture; nelle nostre aule il wi-fi ce lo sognamo e la didattica a distanza è stata una prova di prestigio formidabile.

Ma ci adattiamo.

Stingiamo i denti e resistiamo.

Ci arrangiamo e fingiamo di non sapere che, appena un po’ più in alto, l’Italia sia un’altra Italia.

Non le parlo di sanità, di trasporti, di linee ferroviarie.

Della nostra cronica lentezza, rispetto alla velocità con cui ogni cosa si muove altrove.

Non posso fare a meno di pensare ai servizi già così diversi, ridotti e agli effetti devastanti sul livello del viver civile in una Regione in cui l’assenza di posti di lavoro è già la più umiliante delle condanne.

Se non è importante il fatto che io avverta o meno l’appartenenza a uno schieramento, credo che nulla abbia scalfito il senso del dovere che mi obbliga, da cittadino, ad occuparmi di politica, nel senso più alto e più nobile del suo significato.

E allora ho bisogno, e mi auguro che l’interrogativo che le pongo sia inteso come qualcosa di completamente estraneo a qualsiasi velleitaria provocazione, di conoscere le ragioni per le quali oggi, ad appena due anni distanza, le paiano meno importanti le istanze di coesione nazionale, contro egoistici localismi.

Mi perdoni, se “visto da Sud”, il panorama su questa destra non è più lo stesso.

domenica 13 Settembre 2020

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