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Centrale a biomasse, Legambiente: «Perché costruirla vicino a luoghi di interesse paesaggistico?»

La Redazione
Centrale a biomasse
L'associazione ambientalista condivide alcune perplessità riguardo il progetto di Sorgenia
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Legambiente manifesta ancora molte perplessità sul progetto di centrale a biomasse che Sorgenia vorrebbe realizzare in zona agricola nei pressi della Via Traiana a Terlizzi.

Il presidente del circolo terlizzese, Michelangelo Guastamacchia, le ha espresse nell’incontro di lunedì scorso, intitolato “Dalla sansa al biometano”, durante il quale Sorgenia Bio Power srl ha presentato le caratteristiche di base dell’impianto industriale di produzione di biogas e digestato da sansa ed altri scarti di origine animale e vegetale.

Guastamacchia si chiede “il motivo della scelta proprio di quel sito, prossimo a molte componenti di interesse archeologico, paesaggistico e culturale, tra cui la via Traiana e il complesso medievale di Santa Maria di Cesano, e vicino ad alcune strutture ricettive anche al servizio di viandanti ed amanti della mobilità lenta e sostenibile, e ad abitazioni immerse nello splendido verde agricolo terlizzese; se sono state, poi, valutate altre alternative di localizzazione prima di optare per quella scelta, anche in considerazione che Terlizzi è tra i comuni pugliesi con falda acquifera altamente contaminata da nitrati di origine agricola”.

Legambiente si chiede anche “quali sarebbero i benefici per la collettività terlizzese derivanti dalla costruzione dell’impianto su quasi cinque ettari di terreno e che determina un forte consumo di suolo con un’alta componente di impermeabilizzazione, atteso che l’impianto non tratta la frazione organica dei rifiuti solidi urbani chiudendo il ciclo dei rifiuti, ma esclusivamente scarti di un determinato settore industriale”. Se, prosegue il ragionamento della sezione “Amici di Vito e Clara”, “Sorgenia e Comune ritengono di non dover, rispettivamente, ritirare e negare la Pas (Procedura Abilitativa Semplificata) stante la normativa nazionale e regionale vigente e diversa giurisprudenza che, in particolar modo per l’incompatibilità urbanistica dell’intervento, non consentono in zona agricola la realizzazione di tali impianti con una semplice comunicazione, quale la Pas, imponendo, invece, il ricorso ad Autorizzazione Unica di esclusiva competenza regionale. Inoltre, stando ai dati relativi a impianti simili, il quantitativo di biometano che l’impianto produrrebbe sarebbe di gran lunga superiore rispetto a quello che Sorgenia dichiara nel progetto, obbligandola, dunque, a richiedere l’Autorizzazione Unica regionale”.

Tra le maggiori perplessità c’è quella legata alla gestione dell'”enorme quantitativo di digestato prodotto considerando che in Puglia, non avendo la Regione recepito il DM 25/02/2016, la normativa attuale non consente l’utilizzo del digestato come ammendante in agricoltura e che quindi sarebbe a tutti gli effetti un rifiuto da smaltire (circa 80 mila tonnellate all’anno!)”. Legambiente si dichiara insoddisfatta delle risposte date durante l’incontro pubblico: “alle prime due domande non c’è stata fornita alcuna risposta; in merito alla procedura autorizzativa, Sorgenia insiste inspiegabilmente sulla correttezza della procedura scelta, scaricando di fatto al Comune la responsabilità sulla legittimità dell’iter posto in essere. Seguire l’iter dell’autorizzazione unica regionale significa dare trasparenza all’operazione che si intende effettuare e significa far assumere esplicitamente a Sorgenia l’onere della rimessa in pristino dei luoghi dopo la dismissione dell’impianto, cosa che invece la Pas non prevede. In merito all’ultimo aspetto, se da un lato i relatori, rispondendo ad altri interventi del pubblico presente, asserivano che il digestato non è rifiuto ma ammendante, Gennaro Sicolo, relatore in rappresentanza dei produttori olivicoli, in chiusura ha asserito candidamente: ‘Sarà nostra cura far recepire dalla Regione la normativa del Ministero sull’utilizzo del digestato’, affermando di fatto che la nostra asserzione è corretta. Riteniamo che un progetto che si basa su qualcosa che la normativa non consente, non può essere assentito”.

“La partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza ha senso solo se si mette un punto, annullando la Pas, e si ricomincia da zero, condividendo le scelte progettuali con la città e richiedendo l’autorizzazione alla Regione solo a conclusione del processo partecipativo”, dichiara Michelangelo Guastamacchia, presidente del Circolo Legambiente di Terlizzi. “La nostra associazione non è assolutamente ‘riunita sotto la bandiera del no’, come qualche giornalista si affretta ad affermare sulla carta stampata, ma ha delle legittime perplessità che ad oggi restano tutte”, continua Guastamacchia, che promette: “Continueremo ad approfondire la vicenda e a studiare il progetto, interessando le autorità competenti che riterremo opportune”.

venerdì 17 Gennaio 2020

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