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Chiude il reparto di chirurgia del Sarcone. Gemmato: «Brutta notizia per il territorio»

La Redazione
ospedale sarcone
«Alla decisione di chiudere definitivamente il pronto soccorso e l'ospedale di Terlizzi non corrisponde un potenziamento delle altre strutture ospedaliere limitrofe»
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A partire da oggi, sabato 28 dicembre, chiude il reparto di Chirurgia nell’ospedale «Michele Sarcone» di Terlizzi.

“Una nota ufficiale firmata dall’Asl Bari conferma che saranno disattivati i posti letto di Chirurgia, mentre il personale sarà redistribuito altrove”, si legge in una nota del sindaco, Ninni Gemmato. “Nel caso di emergenze-urgenze, i pazienti afferenti i pronto soccorso di Terlizzi e Corato dovranno essere trasferiti presso il pronto soccorso di Molfetta”, aggiunge.

«È una brutta notizia non solo per Terlizzi, ma per tutto il territorio del Nord Barese», commenta il primo cittadino. «Alla decisione di chiudere definitivamente il pronto soccorso e l’ospedale di Terlizzi non corrisponde infatti un potenziamento delle altre strutture ospedaliere limitrofe. Questa ennesima operazione di sottrazione da parte del presidente Emiliano finisce per indebolire ulteriormente la rete di assistenza ospedaliera in tutto il Nord Barese».

«Nell’ospedale Sarcone ci sono sale operatorie e altre attrezzature chirurgiche modernissime, costate centinaia di migliaia di euro – aggiunge il sindaco -: mi chiedo che senso abbia tutto questo ora che Terlizzi perderà anche la Chirurgia. Dopo aver chiuso già Pneumologia, anche questa decisione va nella direzione esattamente contraria agli impegni che Emiliano aveva preso firmando la Carta di Ruvo. In quel documento, sottoscritto nel 2016 anche dal dottor Felice Spaccavento, si partiva da un dato di fatto estremamente grave: quasi 200 mila abitanti tra Molfetta, Terlizzi, Corato, Ruvo di Puglia, Giovinazzo e parte di Bitonto, non hanno – ad almeno mezz’ora di auto – servizi di emergenza e di diagnostica essenziali come la rianimazione, l’unità di terapia intensiva coronarica, la risonanza magnetica. Nei tre presidi di Molfetta, Corato e Terlizzi mancano del tutto alcune unità operative previste per legge nei presidi di primo livello come neurologia, psichiatria, oncologia, otorinolaringoiatria. A questo quadro, già di per sé gravissimo, ora si somma la scelta di concentrare le emergenze chirurgiche solo nel pronto soccorso di Molfetta».

Nel frattempo viene annunciata l’attivazione di un nuovo ambulatorio per le cure palliative nel presidio di Terlizzi guidato proprio dal dottor Felice Spaccavento: «è certamente una buona notizia, si tratta di uno dei tanti servizi che ancora oggi mancano sul territorio e il dottor Felice Spaccavento che ne sarà a capo è certamente un bravo medico, ma non era questa la sua sfida e certo non è questa la soluzione per assicurare un’adeguata assistenza sanitaria a tutto il Nord Barese secondo lo spirito della carta di Ruvo. Comprendo che, dopo l’inchiesta giornalistica da parte de “Le Iene” sui presunti sprechi maturati nei nostri ospedali e dopo la notizia di un’inchiesta da parte della magistratura contabile, fosse necessaria una medaglietta da appendersi al collo. Il futuro ospedale tra Molfetta e Bisceglie – conclude il sindaco Gemmato – ha una prospettiva di realizzazione di almeno quindici anni: è necessario garantire un’adeguata risposta alla domanda di salute dell’intero Nord Barese, diversamente tutto resto rischia di apparire solo uno specchietto per le allodole».

sabato 28 Dicembre 2019

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