Politica

Vito D’Amato si presenta: «Terlizzi riparta da ambiente, cultura e lavoro»

Michele Colaleo
Vito D’Amato si presenta: «Terlizzi riparta da ambiente
L'ex coordinatore di Città Civile, secondo per preferenze di lista nel 2017, è subentrato a Daniela Zappatore nel consiglio comunale di venerdì scorso
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“Noi consiglieri dobbiamo sempre meglio dar voce a quelle che sono le esigenze della città. Noi istituzioni abbiamo il dovere di impegnarci per rendere la partecipazione un diritto ma anche un dovere per tutti i cittadini. Noi Città Civile continueremo a farlo instancabilmente, sia in consiglio comunale che fuori dal palazzo”. Con queste parole Vito D’Amato, senior account manager di Exprivia Spa per professione ed ex coordinatore di Città Civile per passione, ha fatto il suo esordio nell’ultimo consiglio comunale, assumendo su di sé l’onere e l’onore di dar voce nelle istituzioni cittadine alla stessa parte di comunità appassionatamente difesa in questi due anni da Daniela Zappatore. Un “cambio di guardia” ampiamente previsto dal principio di turnazione sostenuto dal movimento civico che può tuttavia destare perplessità in una porzione più o meno ampia dell’elettorato, anche rispetto alle possibili novità nella linea politica d’insieme dell’opposizione. Per cercare di fugare ogni dubbio a riguardo, ed anche per sondare lo stato dell’arte delle realtà cittadine alternative alla maggioranza, abbiamo deciso di porre al neo-consigliere alcune domande.

Il passaggio di testimone tra lei e Daniela Zappatore è stato reciproco: lei è diventato consigliere, Daniela assumerà la guida di Città Civile. Quali le analogie e quali le differenze tra i due ruoli?

“La turnazione è partita da Pasquale Vitagliano, che pur essendo stato candidato sindaco nella passata tornata elettorale ha deciso di non entrare in consiglio comunale e far subentrare Daniela Zappatore, prima nella lista dei non eletti di Città Civile. La turnazione continuerà anche dopo i miei due anni di consiliatura e permetterà anche a Francesco Paolo Barile di rappresentare politicamente la nostra comunità.
Visto il mio cambiamento di ruolo e considerato il carisma dimostrato da Daniela in ogni consiglio comunale, abbiamo deciso di affidare a lei la guida di Città Civile: Daniela sarà la prima portatrice degli interessi di un movimento che resta sempre ancorato al valore della collegialità e che considera inefficace una guida monocratica.
Naturalmente le peculiarità dei due ruoli sono diverse, benché strettamente correlate: se infatti il consigliere si fa portavoce delle istanze e dei valori del suo gruppo politico di riferimento, il coordinatore fa sintesi tra le proposte che emergono dalle assemblee di militanti, simpatizzanti ed iscritti, al fine di rendere più semplici i messaggi da veicolare sia all’interno che all’esterno dei luoghi istituzionali”.

Il suo ingresso in consiglio comunale è dovuto all’applicazione del principio di turnazione, da sempre uno dei cardini di Città Civile. Come si concilia l’idea di ruotare periodicamente consigliere con il concetto di rappresentanza democratica e come crede venga percepita dalla comunità?

“Sostenere ed applicare un principio come quello della turnazione non è una scelta facile, sia per chi segue dall’interno le vicende di Città Civile, sia per il posizionamento esterno nello scacchiere politico cittadino, in quanto si tratta di un principio che può dar adito all’accusa di mancato rispetto della rappresentanza democratica.
E’ un rischio del quale siamo consapevoli e che valutiamo sempre con attenzione, ma che siamo disposti a correre perché componiamo le nostre liste sempre in maniera aperta, non puntando su singoli che possano raccogliere un numero di voti più o meno ampio, ma sulla capacità che i candidati hanno, nel loro insieme, di rappresentare i contenuti portati avanti da Città Civile. Daniela Zappatore è un esempio lampante di tutto ciò: pur non essendo mai stata una nostra militante, ha sposato con entusiasmo l’idea di candidarsi ed è riuscita ad ottenere un consenso importante, che le ha permesso di rappresentare al meglio gli interessi di Città Civile, arricchendo il nostro movimento grazie al suo apporto personale.
In sintesi, la turnazione per noi non sottrae nulla alla rappresentanza, bensì la moltiplica: oggi in consiglio non sono più rappresentati soltanto i 200 elettori che hanno scelto Daniela, ma anche i 150 che hanno indicato il mio nome”.

Città Civile è un movimento civico, e come tale ospita sensibilità politiche diverse, accomunate da una certa idea di città. In questo senso, in cosa la linea della sua consiliatura si differenzierà da quella di Daniela Zappatore?

“Subentrare a Daniela non è un’impresa facile: Daniela ha dimostrato passione, entusiasmo e generatività nel suo modo di difendere i valori di Città Civile, grazie anche ad una competenza di fondo che le è stata estremamente utile. Il mio carattere è un po’ diverso: probabilmente apparirò più freddo, ma le capacità gestionali derivanti dalla mia esperienza professionale mi aiuteranno a declinare a mio modo il ruolo di consigliere comunale di Città Civile. Continuerò a tener vivo il dialogo che Daniela ha sempre cercato di alimentare in consiglio, e lo farò cercando di tener fede non solo ai nostri ideali comuni, ma anche alla singolarità delle nostre storie: di mamma ed insegnante – nel caso di Daniela, di un professionista che si è fatto le ossa in tanti anni di carriera – nel mio caso”.

Le chiedo di elencare tre questioni che crede debbano essere affrontate e immediatamente avviate a risoluzione nei prossimi consigli comunali

“Attualmente Terlizzi ha tantissimi problemi, dovuti principalmente all’incapacità dell’amministrazione di avere una visione tattica e strategica a medio-lungo termine della città. Credo però che i temi più urgenti per il futuro della città siano tre, e che debbano essere affrontati quanto prima in modo sistematico: lavoro, ambiente e cultura.
Parlando di ambiente, parlo innanzitutto di rifiuti, il cui corretto smaltimento ha un riverbero sulla qualità di vita del cittadino, sulla pulizia delle strade e sulle nostre tasche: una gestione attenta ed oculata del ciclo della differenziata può anche trasformarsi in un’occasione di sviluppo per il paese, oltre che di alleggerimento delle imposte.
Parlando di cultura, sono fermamente convinto che sia falso che ‘con la cultura non si mangia’. Terlizzi ha un potenziale culturale represso e nascosto che meriterebbe di essere liberato, ci sono qualificate energie positive che chiedono solo di essere messe a disposizione della comunità per alimentare la partecipazione, l’attivismo e la circolazione di idee, con ricadute positive anche sulla vivacità dell’economia locale.
Parlare di lavoro significa infine avere un’idea di sviluppo per Terlizzi: la nostra città è ingessata da anni, costretta da un piano regolatore vetusto, al quale vengono continuamente apportate varianti. Ci sarebbe bisogno di un Pug e di un Pums nuovi, da realizzare coinvolgendo e responsabilizzando tutti gli stakeholders e valorizzando le competenze settoriali, senza perdere di vista l’orizzonte del bene collettivo”.

Qual è il suo giudizio complessivo sull’operato di Gemmato? Quali pensa possano essere gli sviluppi interni alla maggioranza nel futuro prossimo?

“Il sindaco Gemmato, seppur con una maggioranza leggermente diversa, amministra Terlizzi ormai da sette anni. Nel 2017 è stato nuovamente premiato dagli elettori, pur avendo ottenuto un numero di voti complessivamente meno alto, frutto di una campagna elettorale condotta con modalità sulle quali sarebbe possibile fare molte valutazioni. Il mio giudizio sui suoi sette anni di governo della città non è assolutamente positiva: l’errore più grande dell’amministrazione Gemmato, del sindaco stesso e della maggioranza relativa è stato non aprirsi alla cittadinanza, non aver saputo coinvolgere attivamente i cittadini nelle scelte politiche, che sembrano più dettate da una reazione improvvisata ai problemi che da una visione strategica di fondo sul breve, medio e lungo periodo.
Questo scenario è ulteriormente aggravato dalla situazione attuale della maggioranza, nella quale sono sempre più evidenti reciproche antipatie e crescenti recriminazioni. Faccio fatica a prevedere l’evoluzione del quadro presente; è chiaro che non mi dispiacerebbe veder cadere prematuramente questa amministrazione, affinché si possa finalmente costruire nel paese un percorso nuovo e diverso. Non ho la sfera di cristallo, ma credo che da qui alle elezioni regionali della primavera prossima possano intervenire ulteriori variabili in grado di far precipitare lo status quo.”

A che punto è il progetto della Comunità civica? Quali sono le prospettive per la costruzione di una realtà politica strutturata e chiaramente alternativa a questa maggioranza?

“La Comunità civica esiste in quanto esiste ancora quella comunità di cittadini che in occasione delle elezioni del 2017 si è espressa a favore di Pasquale Vitagliano. E’ però vero che questa comunità chiede di essere riorganizzata, anche facendo tesoro di quanto è accaduto due anni fa. Crediamo che Terlizzi possa ambire al cambiamento intercettando tutte quelle forze della società civile alternative alla compagine che ha in Fratelli d’Italia il suo fulcro politico. C’è bisogno di nuove forme e modalità organizzative che diano la giusta forza, la giusta convinzione e la giusta efficacia a chi si contrapporrà alla destra nella prossima campagna elettorale. Siamo aperti al confronto con tutti i movimenti politici e civici che siano chiaramente alternativi ai valori di Fratelli d’Italia e della Lega e che condividano con noi una visione di città forte ma fortemente diversa, sia nelle persone che nella sostanza.”

mercoledì 19 Giugno 2019

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