Politica

Città Civile onora la memoria di Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo

Michele Colaleo
gesmundo e pappagallo
"Italia città aperta" è il titolo della serata commemorativa organizzata presso la sede del movimento civico. Si parlerà anche di attualità politica
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In occasione del 75º anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, tragicamente consumatosi per mano dei nazisti il 24 aprile del 1944, Città Civile invita i cittadini di Terlizzi ad un momento collettivo di riflessione politica e ricordo storico.

Il senso dell’incontro, che si terrà questa sera a partire dalle 19 in Corso Vittorio Emanuele 15 (sede di Cc), è quello di delineare un orizzonte concettuale che tenga insieme l’esaltazione dei valori etici ed umani di Don Pietro Pappagallo e Gioacchino Gesmundo e le sfide poste dalle grandi questioni politiche e sociali oggi aperte nel dibattito pubblico italiano.

Il prete e il professore, entrambi originari di Terlizzi, furono brutalmente assassinati assieme ad altre 333 vittime in quello che è ormai unanimemente considerato l’evento più atroce del periodo di occupazione nazista a Roma durante la Resistenza partigiana.

L’orribile eccidio, per la cui realizzazione le truppe tedesche scelsero le antiche cave di pozzolana nella capitale situate lungo la Via Ardeatina, si concretizzò come rappresaglia tedesca in seguito all’attentato di Via Rasella, compiuto per mano dei partigiani delle brigate Garibaldi contro un battaglione di gendarmeria nazista.

L’attentato fu un’operazione mirata, eseguita da dodici esponenti militari dei Gruppi di Azione Patriottica sfruttando esplosivi e bombe a mano. In seguito ad esso, persero la vita 33 soldati tedeschi e gli uomini del Führer, completamente sconvolti dall’accaduto, decisero di vendicarsi in maniera esemplare e numericamente indicativa in termini di proporzioni: sarebbero stati fucilati dieci italiani per ogni tedesco morto.

La scelta delle vittime da immolare fu fatta tra i prigionieri detenuti a Roma già condannati a morte o all’ergastolo, o perseguiti per reati che avrebbero portato ad una futura condanna a morte. Ad essi si aggiunsero anche diverse decine di ebrei, che erano a Roma in attesa di essere deportati e furono usati per raggiungere il numero prefissato.

Nell’elenco delle vittime prescelte figurarono anche due terlizzesi, segnalatisi per attività ed opere di matrice segnatamente antinazista: Gioacchino Gesmundo e Don Pietro Pappagallo.

Il primo insegnava storia e filosofia presso il liceo Cavour di Roma ed era iscritto al Pci; durante la Resistenza, organizzò numerose operazioni di controspionaggio e nascose nella sua dimora parte dell’arsenale delle brigate partigiane.

Don Pappagallo, invece, giunse a Roma nel 1925 e qui, parallelamente alla sua attività pastorale, si impegnò negli anni dell’occupazione dai nazisti nell’aiutare soldati, partigiani, ebrei e ricercati per reati politici.

Molto dobbiamo a loro, come terlizzesi e come italiani, ed abbiamo il dovere morale di onorare sempre la loro memoria, anche e soprattutto attraverso l’esercizio di una cittadinanza attiva, che va sviluppata nella consapevolezza dei temi di fondo della vita politica attuale.

Tra essi vi sono senza dubbio i diritti fondamentali, il dilagare di sovranismi e populismi di matrice estremista ed i problemi posti dai flussi migratori internazionali. Di questo e di altro parleranno Antonio Russo (segretario della presidenza nazionale Acli con delega a politiche sociali e welfare), Michele Abbaticchio (sindaco di Bitonto e presidente di “Italia in comune Puglia”) e Daniela Zappatore (consigliere comunale di Città Civile), che stasera saranno ospiti di “Italia città aperta” e si confronteranno con tutti coloro che riterranno di dedicare qualche ora del loro tempo al tentativo di orientarsi nella complessa problematicità della dialettica politica contemporanea.

venerdì 22 Marzo 2019

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