Politica

L’opposizione contesta la nomina di Di Capua a dirigente dei Servizi Finanziari

Michele Colaleo
consiglieri opposizione
I consiglieri di minoranza - eccetto Minutillo - interrogano l'Anac invocando l'illegittimità dei provvedimenti del sindaco successivi alla sentenza Censum
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Il 5 febbraio scorso la quasi totalità degli esponenti politici di opposizione (De Chirico, Grassi, Morrone, Sigrisi, Volpe e Zappatore) ha depositato un articolato esposto indirizzato ad Anac, Corte dei Conti, Prefetto e Collegio dei Revisori dei Conti.

Il documento è motivato dal disaccordo con gli atti amministrativi (ritenuti dai ricorrenti irregolari ed illegittimi) predisposti da Gemmato in seguito alla sentenza di primo grado del processo Censum.

Per le minoranze si tratterebbe infatti di “scelte atte a non tutelare le casse del Comune e la cittadinanza tutta”, sulle quali pertanto “ora serve chiarezza”.

Il riferimento è in particolare al contenuto del dispositivo di sentenza emesso dal Tribunale di Trani lo scorso 9 gennaio, in virtù del quale Francesca Panzini – già dirigente comunale del Settore delle Finanze – è stata condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di reclusione per i reati di peculato e abuso d’ufficio.

Panzini è stata anche interdetta “in perpetuo” dai pubblici uffici, in applicazione dell’articolo 3 del DL 39/2013 sulla “inconferibilità (di cariche pubbliche) in caso di condanna per reati contro la Pubblica Amministrazione”, che prevede in questo caso la revoca da ogni incarico dirigenziale.

Stando al contenuto dell’esposto, al momento il Segretario Generale del Comune avrebbe ufficialmente contestato all’ex-dirigente la sua situazione particolare, aggravata dall’avvio di un doveroso procedimento disciplinare, la cui documentazione relativa sarebbe – a detta dei consiglieri d’opposizione – al momento a loro inaccessibile.

Un’ulteriore anomalia riscontrata nell’esposto è legata al conferimento dell’incarico dirigenziale dei Servizi Finanziari “ad interim” al Comandante della Polizia Municipale Giovanni Di Capua, disposto dal sindaco “senza revocare la funzione dirigenziale precedentemente conferita” proprio a Panzini.

Il provvedimento di nomina, effettuato da Gemmato tramite decreti sindacali . “come se si trattasse di assenza temporanea della precedente dirigente e non di inconferibilità” – sarebbe – a detta degli scriventi – da ritenersi illegittimo, “in considerazione del fatto che un dirigente a contratto non può assumere altri incarichi dirigenziali “ad interim” alla luce della Deliberazione 73/2018 della Corte dei Conti del Lazio”.

Tale irregolarità inficerebbe oltretutto il principio del “buon andamento della pubblica amministrazione” sancito dall’articolo 97 della Costituzione, messo a dura prova anche da altre evidenze negative riscontrate nell’esposto.

I consiglieri d’opposizione, informando le autorità sull’imminente approdo in consiglio comunale di provvedimenti finanziari importanti (quali il rendiconto finanziario del 2018 e il bilancio di previsione del 2019), lamentano infatti di “restare all’oscuro di alcuni documenti e circostanze necessari per approfondire le diverse situazioni incresciose che dal 2013 hanno investito l’apparato comunale delle Finanze”.

Tra gli atti citati vi sono la “non costituzione di parte civile del Comune contro Panzini nel processo Censum ”, le “dimissioni dell’organismo (plurimo) di Valutazione” e le “inchieste e verifiche della Procura della Corte dei Conti”, tasselli fondamentali per ricostruire le vicende politiche e finanziarie di Terlizzi negli ultimi anni.

Per tutte queste ragioni, le minoranze chiedono in chiusura d’esposto “l’adozione di ogni provvedimento atto ad accertare la regolarità formale e la legittimità dell’agire dell’amministrazione comunale di Terlizzi nelle vicende descritte”.

domenica 10 Febbraio 2019

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