La figlia primogenita di Aldo Moro attacca senza mezzi termini l’ex parlamentare del Partito Democratico Gero Grassi, membro della Commissione d’Inchiesta sul Caso Moro, materia sulla quale organizza e conduce convegni in tutta Italia da anni ormai.
“L’errore più grave che ho commesso è stato consegnare all’onorevole Gero Grassi il mio archivio personale ed ora lo rivoglio indietro anche se ormai smembrato, danneggiato e ritagliato come un album di figurine, perché intendo bruciarlo e distruggerlo affinché nessuno possa più usarlo come trampolino di lancio verso una notorietà effimera e immeritata. Diffido inoltre l’onorevole Grassi dal parlare pubblicamente, in modo inopportuno e blasfemo, della terribile agonia e della morte di mio padre”.
La figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse rincara la dose: “Qui non si tratta del diritto di espressione, ma di qualcosa che assomiglia ad una specie di sadico compiacimento. I morti si rispettano da sempre in tutte le culture. Grassi ricordi che non è Aldo Moro e non lo sarà mai e che non ha il monopolio e l’esclusiva di questa terribile storia – ha detto la figlia dello statista ucciso – Non si atteggi a vittima e sappia che se Aldo Moro, il mite per eccellenza, fosse qui gli darebbe, come diceva lui, dei ceffoni per la maniera sconsiderata con cui ha trattato Luca, la luce dei suoi occhi, facendolo soffrire in modo aggiuntivo e gratuito come se non avesse sofferto già abbastanza”.