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La Corrente attacca Gemmato: «La Soprintendenza non è stata avvisata dei lavori in sala consiliare»

Gianpaolo Altamura
Gianpaolo Altamura
sala consiliare
Il movimento critica l'amministrazione comunale, responsabile - stando alle verifiche fatte dal consigliere comunale Volpe - di non aver informato preventivamente l'ente regionale degli interventi in corso presso l'aula
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La Corrente attacca l’amministrazione comunale, responsabile – stando alle verifiche fatte dal consigliere comunale Volpe – di non aver informato preventivamente la Soprintendenza dei lavori in corso presso la Sala Consiliare.

Lo spazio è infatti proprietà pubblica sottoposta a vincolo culturale e per intraprendervi qualsiasi intervento sarebbe obbligatorio il via libera da parte dell’ente che tutela il patrimonio culturale regionale.

Da alcuni mesi le udienze del consiglio comunale si svolgono altrove – per lo più in Pinacoteca -, dato che l’aula è sottoposta a interventi di rifacimento degli impianti, all’installazione di nuovi impianti di climatizzazione e di videoripresa e al restauro dei banchi e degli infissi.

Nell’agosto scorso il consigliere Volpe aveva depositato una istanza scritta per verificare se il progetto esecutivo dei lavori fosse stato in qualche modo comunicato alla Soprintendenza, dal momento – si legge in una nota de La Corrente – “che il palazzo di Città, l’aula e tutte quelle anche apparentemente secondarie sono, a tutti gli effetti, tutelate come un ‘complesso monumentale’ di pregio anche per le sue decorazioni e il suo valore storico-culturale”.

Contestualmente, il consigliere aveva chiesto di sapere se fosse previsto “il restauro degli antichi lampadari, al momento depositati presso gli spazi della Pinacoteca De Napoli” e “incaricata una ditta titolata ad effettuare questa tipologia di intervento”, delicato per via della fattura e del valore effettivo “delle componenti presenti in sala, che annoverano pezzi pregiati come gli scranni lignei, opera degli inizi del ‘900 di ebanisti locali, e i bei lampadari in vetro di murano e gocce Swarovski sempre del primo ‘900”.

Ebbene, continua La Corrente, ieri è arrivata l’attesa risposta della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, che ha negato di aver dato qualsiasi autorizzazione ai lavori al Comune di Terlizzi, cui chiede ufficialmente chiarimenti in merito.

“Ora, Caro Sindaco, ma lei si rendete conto che vi rendete ridicoli e che gli strascichi del vostro goffo, strafottente e approssimativo modo di operare ci copre di vergogna? Lo ha capito che Terlizzi non è casa sua? E ora che farà? I lavori saranno bloccati? Attraverso i vigli urbani? Lei sta distruggendo la memoria storica di Terlizzi, lo sa? Sta ripetendo le gesta di una precedente amministrazione che devastò irrimediabilmente il teatro Millico? E in modo premeditato sta allontanando la comunità dalle sedi nelle quali esercita il suo potere da dilettante”, accusa La Corrente.

“Noi quando siamo entrati in consiglio comunale abbiamo promesso a Terlizzi di tenere lo sguardo agli artisti, politici, filantropi, medici, letterati, giuristi che hanno fatto grande la nostra comunità il cui progresso civile derivano dalla terra, dalla pace, dalle scienze e dalla cultura. Per noi quelle tempere sono un manifesto ed in onore di quel manifesto cercheremo e troveremo sempre le risposte. Alzi lo sguardo anche lei e se del caso chieda scusa e torni a casa”, conclude con fermezza La Corrente.

mercoledì 12 Settembre 2018

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