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Centrale a biomasse, Galliani: «La vogliono in pochi e proprio in località Monserino. Perché?»

La Redazione
Centrale a biomasse
La consigliera indipendente esprime la propria posizione in merito alla centrale a biomasse che Sorgenia ha in progetto di realizzare in contrada Monserino, sull'asse di Via Mariotto/Via Appia
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"Non esistono preclusioni di principio all’intervento proposto dalla società Sorgenia Bio Power S.r.l., esistono rigorose preclusioni di merito, che attengono alla correttezza della procedura e riguardano innanzitutto la scelta localizzativa".

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Così la consigliera comunale indipendente Mariangela Galliani, che in una lunga e articolata nota esprime la propria posizione in merito alla centrale a biomasse che Sorgenia ha in progetto di realizzare in contrada Monserino, sull'asse di Via Mariotto/Via Appia, un sito che – sottolinea – "ricade in zona agricola di interesse archeologico ed è caratterizzato dalla presenza di un patrimonio storico diffuso ampiamente documentato che, a fatica, sopravvive al decadimento e che, per obbligo morale e normativo, merita tutela". Il valore culturale, storico e paesaggistico del luogo è dimostrato dal fatto che dal 2008 esso viene tutelato dal Prg comunale e dal 2019 rientra nei territori compresi dal Piano Comunale dei Tratturi. 

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Per Galliani "il Piano paesaggistico regionale (PPTR), nelle linee guida alla progettazione e localizzazione di questo tipo di impianti – ammessa esclusivamente in aree industriali pianificate, dimensionate rispetto ad un bacino di utenza per centrale non superiore a circa 20 km – evidenzia i rischi di forte consumo di suolo in territorio agricolo; di svalorizzazione delle risorse locali, a favore di biomasse provenienti da altri contesti geografici; di aggressive trasformazioni dei caratteri del paesaggio agrario.

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Peraltro, continua l'esponente della minoranza, "a Monte Serino, dentro un nulla di infrastrutture, in niente di industrie, tra campi olivetati, reperti, viuzze, lumachine e camomilla, gli strateghi del 'sansa-dollaro' hanno immaginato il progetto di un mega impianto da 46.000 metri quadrati e fiumi di camion, camion e denaro. Non vale che l’Ufficio Tecnico l’abbia già bocciato; che Legambiente non lo voglia, Puliamo Terlizzi nemmeno e l’Associazione Via Francigena Appia Traiana, coi tre Sindacati di Cgil, Cisl e Uil neppure. E non vale che Terlizzi e qualche sputafuoco dicano no. Non già per ottuso principio, ma per l’assenza di coerenza ed il contrasto con tutti gli atti di programmazione e pianificazione comunale e regionale. Che cosa conta allora, oltre agli interessi di chi vuole l’impianto proprio e solo lì? Qual è il vantaggio di chi usurpa i poteri esclusivi del Consiglio Comunale e imbriglia l'Istituzione in un processo che gli nasconde i nomi e i volti e che non prevede vantaggio alcuno per questa Comunità? Cos’è che rende irrilevante il danno ambientale e che convince alla deroga alle destinazioni impresse al territorio dagli strumenti urbanistici, alla Variante, per così dire, 'a discrezione del privato'? Chi traccerà i profili di interesse sottesi alla nascita di un gigante, dentro un’area dalle misure minuscole e dalle strutture fragilissime?". 

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domenica 16 Gennaio 2022

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