I due consiglieri comunali del Partito Democratico, Michele Grassi e Michelangelo De Chirico, invitano il sindaco a organizzare iniziative di aiuto per i profughi afgani, in fuga dalla loro terra dopo la riconquista del potere da parte dei talebani.
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"In Afghanistan si è di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria; centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, giovani e bambini vorrebbero lasciare il Paese", si legge nell'ordine del giorno protocollato il 31 agosto scorso dal gruppo consiliare del Pd. "Tra le persone che vorrebbero abbandonare Afghanistan starebbero anche quanti hanno collaborato più da vicino con i militari e con le diplomazie degli stati occidentali nonché quanti hanno vissuto all'estero, soprattutto per studi universitari".
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"La Costituzione Italiana, all'articolo 10 comma 2, garantisce il diritto di aslo agli stranieri cui sia impedito nel paese d'origine l'effettivo esercizio delle libertà democratiche", argomentano i due esponenti dem. "A tal proposito, giorno dopo giomo, Stati Uniti, Europa, Chiesa Cattolica ed anche Governo Italiano stanno iniziando a prodigarsi per 'costruire' ponti di solidarietà interni ed esterni, al fine di non abbandonare al proprio destino una popolazione di trenta milioni di abitanti, disperata e impaurita, dopo che i militari della Nato hanno dovuto rispettare l'ordine politico di tornare nel propri Paesi".
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L'invito all'amministrazione comunale è di impegnarsi "alla luce degli appelli di solidarietà istituzionale del Ministero dell'interno, dell'Anci, della Regione", a "mostrare azioni concrete di prossimità" e "a promuovere e coordinare azioni significative sul territorio, coinvolgendo anche le diverse e proficue associazioni di volontariato".
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Tra le proposte di Grassi e De Chirico, l'"accensione di un conto bancario dedicato, finalizzato a far affluire somme di danaro del terlizzesi e del sistema economico locale, destinando innanzitutto un cospicuo importo del bilancio dell'ente locale", "l'individuazione di immobili comunali e privati (anche tramite manifestazioni di interesse) da destinare, in tempi rapidi e a lungo-medio periodo, a famiglie, a donne e bambini, in modo tale da accogliere logisticamente i profughi che la Prefettura di Bari dovesse affidare"; la creazione di una "rete di solidarietà con le associazioni del Terzo Settore, presenti sul territorio, finalizzato a costruire ponti umanitari, per derrate alimentar, per medicinali, per la prima accoglienza e la successiva inclusione sociale, culturale e linguistica, da avviare in sinergia con gli Enti Istituzionali sovraordinati e anche con le organizzazioni non governative".
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