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​Scontro treni, al via il processo: Regione chiamata in causa come responsabile civile

La Redazione
​Scontro treni
Aula affollata dai parenti delle vittime: «Come famiglie non abbiamo aspettative che prescindano dalla verità dei fatti». Prossima udienza il 2 maggio nell'aula bunker del carcere​ di Trani
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Si è celebrata giovedi mattina nell’aula di Corte d’Assise del Tribunale di Trani la prima udienza il processo a 17 persone e una società imputate per l’incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016, quando lungo la tratta a binario unico Andria-Corato di Ferrotramviaria due treni si scontrarono: morirono 23 persone, mentre altre 51 rimasero ferite tra pendolari e personale che viaggiavano sull’ET 1021 (partito da Andria e diretto a Corato) e l’ET 1016 (diretto da Corato ad Andria).

Durante l’udienza odierna, come di rito, il presidente del collegio Giulia Pavese (giudici a latere, Paola De Santis e Sara De Rosa) ha chiamato, uno per uno, gli imputati per le costituzioni con i rispettivi legali. Poi è toccato alle parti offese, ovvero passeggeri sopravvissuti dei due treni e parenti dei deceduti, la maggior parte dei quali si erano già costituiti in qualità di parti civili durante l’udienza preliminare. Sette di loro hanno revocato la costituzione, in seguito ai risarcimenti ottenuti. Tra questi anche Nicola Lorizzo, il capotreno rimasto gravemente ferito nell’incidente, che è anche imputato.

Diverse le nuove richieste di costituzioni da parte di parenti delle vittime, che non lo avevano fatto in fase di udienza preliminare, e delle associazioni dei consumatori (Ubf, Codacons e Confconsumatori) e di quella animalista Gepa. Due capotreni di Ferrotramviaria hanno chiesto, invece, di potersi costituire contro Enrico Maria e Gloria Pasquini, rispettivamente ex e attuale presidente e ad della società, e due dirigenti di punta, per aver omesso di adeguare i sistemi di attrezzaggio della linea ferroviaria Bari Nord, che avrebbe potuto migliorare i livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria.

Il giudice ha inoltre chiamato gli enti già costituiti come parti civili, ovvero la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia e le associazioni Acu e Anmil. L’associazione dei consumatori Acu ha chiesto di potersi costituire anche nei confronti di Ferrotramviaria (unica esclusa dalle costituzioni in fase di udienza preliminare). I legali di diversi parenti delle vittime hanno chiesto, invece, la costituzione della Regione Puglia come responsabile civile, istanza già presentata in udienza preliminare e respinta dal Gup per incompatibilità tra il ruolo di parte civile e quello di responsabile civile dell’ente. Ad avanzare istanza in tal senso, sono stati, tra gli altri, i legali dei parenti di Fulvio Schinzari, il vicequestore aggiunto in servizio a Bari morto nell’incidente. In proposito l’accusa, rappresentata dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano, ha annunciato di rimettersi alla decisione del collegio. Il giudice Pavese durante l’udienza ha reso noto, inoltre, di non aver accolto la richiesta di astensione del giudice De Santis, motivata dalla sua parentela di quarto grado con una delle vittime.

In aula, come sempre, c’erano numerosi parenti delle vittime, alcuni con le immagini dei loro cari scomparsi impresse sulle magliette. Tra questi anche Daniela Castellano, figlia di Enrico e presidente dell’Associazione strage treni di Puglia (Astip).

Il suo legale, l’avvocato Renato Bucci, parlando con i cronisti prima dell’inizio dell’udienza ha chiarito «che noi come famiglie non abbiamo aspettative che prescindano dalla verità dei fatti. È giusto che si accertino le responsabilità individuali e che non si faccia di tutta un’erba un fascio».

Presente, anche all’udienza di oggi, il capostazione di Corato, Alessio Porcelli. Il suo legale, l’avvocato Massimo Chiusolo, parlando con i giornalisti a fine udienza ha detto: «Confidiamo che in questo accertamento emerga l’estraneità di Porcelli rispetto alle accuse che gli sono state contestate».

Prossima udienza il 2 maggio, nell’aula bunker del carcere di Trani, per discutere le questioni sulle costituzioni sollevate oggi.

Nel processo, lo ricordiamo, sono imputati i capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli; il capotreno sopravvissuto Nicola Lorizzo, e il dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato; i vertici di Ferrotramviaria, ovvero l’ex presidente e ad Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini (subentrata al primo dopo le dimissioni del dicembre 2013); il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; ancora altri sei dirigenti di Ferrotramviaria (Giulio Roselli, Vito Mastrodonato, Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, Tommaso Zonno, Giandonato Cassano e Antonio Galesi); e, poi, il direttore generale della divisione Tpl del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttori dell’Ustif (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione) di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). I reati – contestati a vario titolo – dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Ferrotramviaria spa è imputata come persona giuridica e risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti. Una diciottesima persona, Elena Molinaro, dirigente del ministero delle Infrastrutture, ha scelto l’abbreviato e per l’udienza del prossimo 8 maggio è già prevista la requisitoria del pm.

sabato 13 Aprile 2019

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