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Il video del furto d’auto “in diretta” fa il giro dei media nazionali. Mentana: “Terlizzi, Italia”

Gianpaolo Altamura
Gianpaolo Altamura
Il video del furto d'auto "in diretta" fa il giro dei media nazionali. Mentana: "Terlizzi
L'eco del video è arrivata anche sui siti dei quotidiani e nelle trasmissioni di cronaca nazionali. Il direttore del tg di La7 stamattina ha condiviso la notizia sul proprio profilo facebook
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“Ti sto filmando! Ti sto filmando!”. Nonostante i reiterati avvertimenti dei residenti di Viale dei Giardini, l’anonimo ladro di domenica scorsa ha continuato – certo con più fretta e paura del previsto – a operare attorno all’Opel Mokka presa di mira nel parcheggio del complesso residenziale di via Sovereto, nella periferia di Terlizzi.

La tecnica, collaudata, è quella dell’estrazione dallo stallo e della spinta con un’auto di supporto: e poi via, di volata nelle campagne per smontare e cannibalizzare il veicolo. Non è casuale che le bande scelgano sempre come contesto operativo ore di quiete e quartieri ben collegati con le strade provinciali o l’agro, dove agire indisturbati. La finalità di questi furti è nota a tutti: il mercato illegale dei pezzi di ricambio, che rappresenta per i clan uno degli asset più redditizi assieme al traffico di droga. Nessuno ruba più le macchine – specie quelle nuove e vistose – per tenersele. Insomma, a Terlizzi domenica scorsa non è avvenuto quasi nulla che non accada regolarmente nel nostro territorio.

L’hype generato da questa azione sta però tutto nella sua inedita modalità social, cioè nel fatto che sia stato ripreso con uno smartphone dai diretti interessati, che poi hanno condiviso il video – della durata di appena undici secondi – con tutta probabilità su whatsapp. Magari senza pensare al fatto che la clip avrebbe poi fatto il suo corso, diventando in pochi minuti virale sui canali social, anche su facebook, fino a essere rilanciata prima dalle testate giornalistiche locali – come TerlizziLive – e poi persino dai media nazionali, finendo sui siti del “Corriere della Sera” e di “Repubblica”, ma anche nelle principali trasmissioni di cronaca della tv.

Tra i principali host dell’informazione a riprendere la notizia c’è anche Enrico Mentana, il direttore del telegiornale di La7, che stamattina sulla sua pagina facebook ha condiviso il video corredandolo con una didascalia laconica: “Terlizzi, Italia”. Nella sezione dei commenti sono intervenuti utenti da mezza Italia. Alcuni fanno notare che in quei pochi istanti si sentono anche degli spari, almeno tre, mentre uno dei ladri sale in corsa sulla vettura “di supporto”. Ci si chiede chi abbia esploso quei colpi, e quale ne sia la fonte. Una utente ironizza – si spera: “nella mia città in questi giorni c’è una festa molto sentita, saranno stati i fuochi d’artificio”.

Vengono brutti pensieri sullo stato di sicurezza della nostra città. È giusto ricordare che l’auto è stata ritrovata dai carabinieri pochi minuti dopo nelle campagne sulla via per Giovinazzo: esistono, meno male, anche le forze dell’ordine, come ha fatto giustamente notare il sindaco di Terlizzi Ninni Gemmato a poche ore dall’accaduto. Il primo cittadino ha espresso solidarietà alle famiglie coinvolte dall’episodio, assicurando che l’impegno dell’amministrazione in tema sicurezza è massimo. In proposito, Gemmato ha ricordato di aver scritto a settembre al prefetto di Bari per sollecitare interventi finalizzati a garantire maggiore ordine pubblico nella nostra città. Il confronto che ne è scaturito ha portato alla luce i dati numerici sui “reati denunciati negli ultimi anni (2018, 2019 e 2020, quest’ultimo ovviamente parziale). Il quadro della situazione, emerso in tale incontro, è analogo a quello di tanti altri comuni nello stesso territorio”, ha dichiarato il sindaco.

La constatazione della diffusione su ampia scala del fenomeno criminale tuttavia non consola. La soluzione strutturale a certi problemi non può non essere di natura culturale, passa prima di tutto dalla prevenzione, dai comportamenti e dalle buone pratiche. In primo luogo bisognerebbe evitare di alimentare il mercato nero di certi sfasciacarrozze, ma sarebbe altrettanto cogente – se si vuole affrontare il problema nella sua complessità – evitare di dare spazio, visibilità, opportunità a certe personalità e certi ambienti, l’origine della cui ricchezza, del cui prestigio e della cui influenza nel nostro microcosmo non sono chiari. Il percorso è però lungo e difficile, perché è legato a doppio filo a questioni economiche e socio-culturali profonde, quasi endemiche. Quanto questi bubboni siano incistati nel nostro territorio è noto a tutti, qui da noi. Da domenica lo sanno un po’ meglio anche i nostri connazionali.

martedì 13 Ottobre 2020

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