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Gesmundo-Moro-Fiore, i genitori scrivono a sindaco e dirigente: «Organizzazione rivedibile»

La Redazione
Scuola Mscuola media Gesmundo Terlizzi
103 genitori degli studenti del polo scolastico hanno indirizzato una lettera formale al dirigente scolastico Cosmai e al sindaco contestando alcuni punti del "piano di ripartenza" stilato dall'istituto
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Le scuole elementari e medie terlizzesi, come è stato dichiarato dal sindaco d’intesa con i dirigenti scolastici, riapriranno lunedì 28 settembre per consentire agli istituti e ai circoli didattici cittadini di organizzare al meglio la ripartenza.

L’emergenza coronavirus, tuttavia, sta rendendo molto più complicata la gestione logistica e l’organizzazione globale delle attività didattico-formative per l’anno scolastico che sta per iniziare. In particolare, il dirigente scolastico dell’istituto “Gesmundo – Moro – Fiore”, Domenico Cosmai, ha stilato un corposo atto di indirizzo per il 2020-2021 contenente le misure di prevenzione e di gestione del coronavirus, una sorta di “piano di ripartenza” della scuola media inferiore in questa nuova fase.

Le direttive della dirigenza d’istituto – in estrema sintesi – imporranno un’unitànoraria di lezione di soli 40 minuti; la suddivisione in due gruppi di ogni classe: un gruppo base che farà lezione con i docenti del consiglio di classe assegnatone un gruppo modulo che sarà costituito da studenti provenienti da più sezioni e farà lezione con docenti diversi – nel caso del plesso Gesmundo peraltro il gruppo classe dovrà spostarsi in un’altra sede. Il tutto sarà organizzato secondo un principio di rotazione, presumibilmente della durata di un mese, che comporterà molto probabilmente per gli alunni unanduplicazione dei docenti per ogni materia. Il sabato le lezioni si svolgeranno mediante la didattica a distanza.

Il piano, ad ogni modo, scontenta molti genitori del polo, che hanno deciso di scrivere una lettera formale – una sorta di “cahier de doleances” – indirizzandola al dirigente Cusmai, al sindaco di Terlizzi Ninni Gemmato e, per conoscenza, all’Ufficio Scolastico territoriale e al Servizio Prevenzione e Sicurezza Negli Ambienti di Lavoro. Sono ben 103 le famiglie che hanno sottoscritto il documento, esprimendo, pur nella consapevolezza del momento assolutamente critico affrontato dalla scuola italiana, “molte perplessità” circa l’atto di indirizzo del dirigente, che, sostengono, “rivoluziona l’organizzazione scolastica, negli spazi, neintempi, nelle metodologie didattiche”.

“Unnmodello organizzativo così articolato, come Lei stesso scrive nelnsuo Atto di indirizzo, comporta una importante complessificazione e temiamo implichi un notevole depotenziamento dell’azione educativane formativa nel suo complesso”, scrivono i genitori al dirigente della Gesmundo-Moro-Fiore, sottolineando che “lanattenta lettura del succitato documento non ha affatto attenuato lennostre perplessità ma le ha accentuate”.

Si lamenta innanzitutto il mancato coinvolgimento, nelle scelte intraprese, “degli stakeholder pur richiamati piùnvolte nel documento”, e l’assenza di un'”interlocuzionenpreliminare con il Consiglio di Istituto, ma solo una convocazionenufficiale per il 21 settembre (a pochi giorni dalla riapertura) perncondividere decisioni che sradicano completamente l’impianto dellanScuola”.

I genitori si chiedono inoltre “connchi è stato o sarà sottoscritto il Patto di comunità a cui si fanesplicito riferimento nel documento succitato”. Se fosse stata effettivamente coinvolta, continua il documento, la comunità scolastica avrebbe potuto cooperare alla riorganizzazione, ponendo “lenpremesse per una vera e propria rimodulazione di ambienti dinapprendimento, monte ore, strategie didattiche, etc.”.

La mini-riforma del dirigente non terrebbe conto inoltre “di tutte le criticità emerse nell’utilizzo dindidattica alternativa. Lenclassi modulo ad esempio sono talvolta più numerose della classi base encomposte da studenti di sezioni diverse”, aumentando le probabilità di contatti tra studenti e docenti rispetto all’assetto previsto nella classe tradizionale. Eppure, notano i genitori, secondo le direttive nazionali “langestione del rischio deve rappresentare un aspetto rilevante”.

Viene inoltre fatto rilevare che per quanto riguarda il Plesso Moro Fiore, “risulta che le aule tra pianonterra (dove faranno normalmente lezione classi della Scuola n Primaria Don Bosco composte da 25 bambini) e primo pianon(dove pare gli spazi non permettano ai nostri figli i marginindi distanziamento previsti) sono identiche. Comenè possibile che vadano bene in un caso e non nell’altro? Varianonle normative?”.

Sul fronte docenti, si avranno piùninsegnanti sulla stessa disciplina senza poter definire chi sia il titolare e soprattutto chi sia responsabile del programma didattico e della valutazione, anche per quanto concerne i ragazzi con bisogni educativi speciali. Le ore, peraltro, saranno di soli 40 minuti, cassando ben sei unità orarie settimanali senza reali motivazioni.

Uno dei maggiori motivi di rammarico, tuttavia, è la scarsa efficienza rilevata in questi mesi nelle istituzioni, scuola e amministrazione, nel reperire luoghi suppletivi per la didattica in presenza: “Sarebbe stato oneroso e complesso, manforse non meno di quanto sia stato elaborare una strutturanorganizzativa così articolata quale quella proposta, cercare conntutti gli attori possibili (Enti Locali, Enti religiosi,nAssociazioni, Terzo Settore) gli spazi strettamente necessari anrisolvere l’incapienza delle aule per le classi più numerose,nanche sacrificando all’interno della Scuola laboratori, aula magna,netc, come si sta facendo ovunque. Siamonsicuri che i nostri ragazzi avrebbero accettato anche l’anonimatondi un prefabbricato pur di riprendere la loro tradizionale vitanscolastica”.

La comunità dei genitori chiede pertanto al dirigente Cosmai e all’amministrazione “uno sforzonulteriore e corale per intervenire affinché anche per i nostri figlintale diritto all’istruzione e alla formazione sia tutelato, ancominciare dall’individuazione di spazi che tutelino il piùnpossibile l’integrità delle classi. Lansfida educativa, considerando la congiuntura storica, è complessa,nma a nostro parere la soluzione è contenuta all’interno di unnorizzonte condiviso e di una alleanza educativa tra scuola, famigliane territorio”, conclude la lettera.

martedì 22 Settembre 2020

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