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La protesta di Puliamo Terlizzi: «Amministrazione inerte, lasceremo in centro i rifiuti raccolti»

La Redazione
La protesta di Puliamo Terlizzi: «Amministrazione inerte
L'associazione: «Nessuna apertura, nessuna convocazione. Evidentemente siamo stati troppo morbidi e poco incisivi»
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Puliamo Terlizzi d’ora in poi metterà in atto una forma di protesta “bianca” per contestare l’atteggiamento di disinteresse riscontrato nell’amministrazione in materia ambientale.

Lo annuncia l’associazione stessa, che informa: “da questo momento in poi i rifiuti raccolti e differenziati dai cittadini durante le operazioni di pulizia volontaria delle aree periferiche e rurali del territorio comunale, previa comunicazione a Sindaco, Polizia Locale e Sanb, saranno lasciati in bella vista nel centro urbano”.

Pt presterà in futuro “meno interventi, più impatto, più sensibilizzazione e se non dovesse bastare interessamento delle autorità sovraordinate a quelle comunali. Questo è quanto molto sinteticamente accadrà nelle prossime settimane per risvegliare la coscienza civica dei cittadini e richiamare l’Amministrazione Comunale e la nuova Società in house che gestisce la raccolta dei rifiuti alle proprie funzioni e responsabilità”.

L’attività indefessa svolta in questi anni, riflette il collettivo, non è stata sufficiente a sollecitare un’azione coordinata, tra amministrazione e cittadinanza, sul fronte rifiuti: “sono difatti passati circa sette anni e mezzo, quasi novanta mesi, duecentotrentatre interventi ufficiali di bonifica, nel totale molti di più. Un numero e una ‘qualità del servizio’ senza eguali in Italia. Senza l’impegno settimanale di decine di cittadini speciali l’area periurbana di Terlizzi sarebbe una discarica diffusa”.

Il lavoro di pulizia e sensibilizzazione, continua Pt, “ha rotto l’assuefazione di una parte consistente di cittadini verso il degrado”, ma “incredibilmente non è bastato a portare chi riveste ruoli politici e gestionali a fare il suo dovere per risolvere definitivamente o quanto meno tentare di porre un freno ad una emorragia che non è solo degrado ambientale e rischio per la salute, ma anche e soprattutto deriva civica, sociale, legata alla incapacità di un Comune di far rispettare le regole e salvaguardare i Beni Comuni: la terra, l’aria, l’acqua, il paesaggio, la vita delle persone, il futuro delle nuove generazioni”.

Prosegue Pt: “la collaborazione non è mai mancata, le proposte tese a migliorare l’attuale sistema di porta a porta per prevenire a monte i fenomeni che a valle ne scaturiscono sono arrivate a più riprese, dalle campagne informative alla proposta dei punti di raccolta periferici aperti h24 videosorvegliati; abbiamo un faldone pieno di lettere, esposti, proposte senza risposta.
In questi anni abbiamo continuamente richiamato il primo cittadino all’ascolto, alla riflessione e al confronto su un certo numero di tematiche ambientali”. Eppure, “nessuna apertura, nessuna convocazione. Evidentemente siamo stati troppo morbidi e poco incisivi. Ci siamo concentrati sul fare, chini a liberare la terra che viene continuamente violentata, senza che ci sia mai stato un riconoscimento istituzionale ed anzi a tratti ostracizzati”.

Di qui la scelta di adottare una nuova linea, più drastica e radicale, ma tesa a ottenere l’ascolto dell’amministrazione: “ci dovranno ascoltare, il muro di gomma dovrà ascoltare l’urlo di insofferenza nostro e di tutti quei cittadini che compiendo il loro dovere meritano una città migliore”.

lunedì 7 Settembre 2020

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