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Domenico Passidomo, il marito della donna contagiata, a TerlizziLive: «Non siamo irresponsabili»

Gianpaolo Altamura
Gianpaolo Altamura
Domenico Passidomo
L'uomo, che ieri ha realizzato un video per confermare la notizia del primo caso di contagio terlizzese, ha contattato la nostra redazione per fornire la propria versione dei fatti
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In queste ore il suo nome è al centro delle cronache cittadine, un chiacchiericcio che – complice l’anonimato garantito da social network come Whatsapp – è diventato in poche ore una vera e propria bufera virtuale in cui è molto difficile separare la verità dalle speculazioni.

Domenico Passidomo, marito della donna trovata positiva al coronavirus, nella serata di ieri ha realizzato in prima persona un video, pubblicato sulla sua pagina Facebook, per confermare la notizia del contagio, che circolava già dal tardo pomeriggio sotto forma di indiscrezione. È stato lui, prima del sindaco Gemmato, a dare la certezza del primo caso terlizzese.

Da quel momento i coniugi sono diventati facile bersaglio dell’indignazione collettiva: secondo molti si sarebbero comportati da irresponsabili, tornando solo qualche giorno fa dal nord, dove Domenico ha lavorato nel settore edile, noncuranti dell’emergenza sanitaria in corso e senza autosegnalarsi.

Domenico Passidomo ha contattato in mattinata TerlizziLive per smentire questa ricostruzione e fornire la propria versione su una vicenda non troppo chiara, che tuttavia, come spesso accade nelle piccole comunità, in poche ore è trascesa nel pettegolezzo senza rete, con illazioni a ruota libera da più parti.

Qualcosa c’è di vero, ammette l’uomo, che però precisa: “Sono un intonachista e negli scorsi mesi ho lavorato in Svizzera e, negli ultimi tempi, a Mantova. Sono però tornato già il 28 gennaio, quando nessuno di noi italiani era in allarme, neanche il governo”, racconta Domenico. “In queste settimane, fino a mercoledì scorso, ho lavorato qui in Puglia. Non è vero che sono tornato a Terlizzi pochi giorni fa”.

I sospetti dei coniugi, prosegue la ricostruzione di Domenico, sono cominciati proprio a metà settimana scorsa: “Mia moglie si sentiva debole e così ci siamo iniziati a preoccupare. Giovedì ha misurato la febbre e aveva 37,5. Abbiamo chiamato il nostro medico di famiglia e ci ha prescritto gli antibiotici, ma non hanno avuto effetto: venerdì la febbre era salita a 39. Dopo alcune ore di ulteriore attesa, consigliataci dal dottore, sabato la temperatura era cresciuta a 39,7. A quel punto è venuto il 118 e mia moglie è stata ricoverata al Policlinico di Bari, dove le è stato effettuato il tampone. Ieri pomeriggio, dopo molte insistenze per conoscere il risultato, ci hanno confermato che era positiva. Il resto lo conoscete”, soggiunge Passidomo.

La donna è, fortunatamente, in condizioni stabili e attualmente è sfebbrata: “Respira da sola, non ha più febbre, il coronavirus le ha causato una lieve infezione polmonare”, specifica il marito, la cui salute è invece monitorata da vicino dalla dottoressa Barile degli uffici Asl di Ruvo di Puglia. “Mi chiama spesso per controllare se abbia la febbre o possibili sintomi”. Domenico non sa con certezza se è positivo o meno: nel caso è di certo asintomatico e per questo i sanitari con cui è in contatto non ritengono – ancora, per lo meno – di effettuare il test del tampone anche su di lui: “L’ho chiesto più volte, ma non me lo fanno, dato che non ho sintomi allarmanti, solo la tosse, che però è dovuta al fatto che fumo molto”.

A chi accusa la famiglia Passidomo di essere stata leggera e di aver continuato impunemente a fare vita sociale, l’uomo risponde di aver sospeso ogni contatto non necessario da giovedì, quando sono iniziati i primi sospetti fondati. “Fino a quel giorno ho continuato a lavorare, poi siamo usciti soltanto a fare la spesa, prendendo precauzioni come tutti gli altri. Con i miei quattro figli non ho contatti ravvicinati da febbraio almeno”, assicura. “Io non so come mia moglie abbia potuto contrarre il virus, non escludiamo nulla, ma è certo che è una situazione che può capitare a tutti, nessuno è immune. Io però ci ho messo la faccia, facendo il video, non mi sono nascosto”, osserva.

Questo, tuttavia, non avrebbe impedito a qualche esagitato di recarsi fuori dall’abitazione dei Passidomo, nel quartiere murattiano attiguo a Via Poerio, per farsi giustizia sommaria, almeno secondo le voci (social) che impazzavano nella tarda serata di ieri. Domenico però smentisce recisamente: “Non è venuto proprio nessuno. Solo i carabinieri per un controllo dalla strada, nient’altro. Io sono qui e non ho nulla da nascondere, come ho dimostrato”.

lunedì 16 Marzo 2020

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