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​«Procedure certe, ruoli chiari, tempi definiti». La ricetta contro la violenza su donne e minori

La Redazione
Il tavolo di coordinamento della rete territoriale antiviolenza dell'ambito Corato
È quanto emerso dal tavolo di coordinamento della rete territoriale antiviolenza dell'ambito Corato, Ruvo, Terlizzi che - sotto la direzione del Comune di Ruvo - si è insediato ieri nella sala consiliare del Palazzo di città
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Procedure certe, ruoli chiari, tempi definiti. La “catena di comando” per combattere la violenza su donne e minori necessita di un modello operativo efficace, messo a punto da un’unica regìa. È quanto emerso dal tavolo di coordinamento della rete territoriale antiviolenza dell’ambito Corato, Ruvo, Terlizzi che – sotto la direzione del Comune di Ruvo – si è insediato ieri mattina nella sala consiliare del Palazzo di città.

A dialogare sono stati tutti i soggetti istituzionali con competenze nei campi della prevenzione e del contrasto alla violenza maschile contro donne e minori e della protezione delle vittime di violenza, dai centri antiviolenza alle case rifugio, passando per i servizi sociali e sanitari territoriali, le forze dell’ordine, la magistratura, i presidi ospedalieri e i servizi per il lavoro.

«La finalità del tavolo è quella di trovare un sistema omogeneo per coordinare tutti gli interventi di tutela e accompagnamento delle donne e dei minori che escono da percorsi di violenza» ha detto il commissario straordinario del Comune di Corato, Paola Bianca Mari Schettini. «Questo coordinamento sarà facilitato dalle equipe multidisciplinari integrate dell’ambito territoriale e dei centri antiviolenza “Riscoprirsi” che operano nel nostro territorio»

«Abbiamo voluto seguire alla lettera le linee guida della Regione per dare una risposta più pronta alle esigenze della collettività» ha aggiunto Mario Ruggiero, presidente del consiglio comunale di Terlizzi.

«Hanno lavorato in tanti affinché l’incontro di oggi si potesse svolgere. E non è qualcosa di scontato: bisogna crederci perché c’è sempre il rischio di perdere fiducia» ha affermato Monica Montaruli, assessore alle politiche sociali di Ruvo. «Sono d’obbligo i ringraziamenti alle dottoresse Tedone e D’Amato che, insieme alle operatrici del consultorio familiare e al supporto dei centri antiviolenza guidati da Patrizia Lomuscio, hanno curato l’approfondimento sulle linee guida. Grazie anche a chi ci accompagnerà in questo difficile percorso. Pure la normativa, infatti, ha delle contraddizioni e a volte, per una serie di complicanze, i nostri sistemi non riescono a dare risposte immediate. Rosy Paparella sarà supervisora dell’intero percorso di lavoro. Dobbiamo essere credibili e non sottoporre le vittime di violenza a ulteriore vittimizzazione istituzionale».

Secondo il sostituto procuratore della procura di Bari, Alessio Coccioli, «questi tavoli tendono a promuovere una rete di tutela necessaria per organizzare il coordinamento di più forze, così da evitare che il reato venga portato a ulteriori conseguenze. Perché quando capitano queste situazioni è importante sapere chi deve fare cosa. Occorre smussare le criticità e avere una macchina efficace: se ci deve essere un intervento incisivo e immediato della Procura e delle forze dell’ordine, ci deve essere anche tutta una organizzazione dietro. In Procura a Bari vengono aperti circa 7 fascicoli al giorno su maltrattamenti in famiglia e stalking: ci siamo dati un ordinamento interno, creando la possibilità che il codice rosso venga trattato come un arresto, con il rispetto di termini immediati di legge».

«Dopo opportuna formazione, nel raccordo tra Procura e polizia giudiziaria la trattazione di questo tipo di procedimenti funziona a meraviglia, salvo poche sbavature forse inevitabili» è stata l’opinione di Giovanni Vaira, sostituto procuratore della Procura di Trani.

«Abbiamo anche distribuito un vademecum in cui viene spiegato cosa fare punto per punto. Occorre che vi siano modalità operative certe e standardizzate. Poi magari ci sarà il caso particolare che verrà trattato in maniera particolare. La rete è forse più sviluppata con le pubbliche autorità della provincia BAT rispetto a quelle di Bari. I centri antiviolenza funzionano bene, ma abbiamo un problema: la necessità che per i casi più gravi venga assicurata, ove occorra, la presenza fisica di una operatrice al momento della denuncia.

Appare quindi necessario istituire una sorta di turno di reperibilità anche nei giorni di Natale e di Capodanno. L’esperienza ci insegna che le prime ore sono fondamentali e che a volte i ritardi nell’affrontare la problematica aumentano il tasso di ritrattazione che forse oggi è il problema maggiore. Infatti se prima ci ponevamo il problema della emersione del problema, ora anche grazie al codice rosso una sterzata vigorosa c’è stata e le denunce non mancano. Ma occorre evitare la ritrattazione, ovvero quei casi di donne che dopo aver denunciato, cambiano idea per una serie di ragioni e recedono dalla loro istanza punitiva. Questo per noi è un problema. Per lo stalking non possiamo davvero fare nulla perché si tratta di un reato procedibile a querela e se la querela viene rimessa non possiamo procedere. Per i maltrattamenti, invece, si può procedere d’ufficio, ma è complicato fare un processo contro la volontà della persona offesa».

giovedì 13 Febbraio 2020

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