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Francesco Paolo Barile: «Urgono misure contro i roghi. Pronti a manifestare con i terlizzesi»

Michele Colaleo
Roghi
Le parole del presidente di Puliamo Terlizzi a due giorni dall'incendio doloso di scarti vegetali in contrada Portoni
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L’episodio del rogo di rifiuti olivicoli verificatosi avantieri nella periferia del paese continua ad essere al centro dell’agenda politica, civica e sociale di Terlizzi. La gravità e la portata dell’evento ha mobilitato immediatamente un numero importante di cittadini, che sui social chiedono a gran voce di attuare misure che pongano fine a quella che ormai è una vera e propria piaga ambientale del nostro territorio.

A fare da eco alle proteste dei terlizzesi anche le forze politiche d’opposizione, che già in diverse occasioni hanno sottoposto il tema all’attenzione dell’Amministrazione, sottolineandone l’ovvia centralità per la salute dell’intera comunità.

In attesa della riunione convocata per oggi alle 12 presso la sede del Comune (alla quale parteciperanno le istituzioni locali, rappresentanti delle forze dell’ordine e associazioni agricole), ieri sera si è tenuto un incontro tra le diverse realtà ambientaliste che animano la rete “Fridays for future Terlizzi” per elaborare proposte ed indicazioni a contrasto del fenomeno. Tra queste Puliamo Terlizzi, che da sempre è il punto di riferimento per tutti i cittadini che agiscono quotidianamente a difesa dell’ambiente.

Abbiamo incontrato il presidente dell’associazione, Francesco Paolo Barile, per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto due giorni fa e sulle possibili azioni da mettere in campo per arginare il problema dei roghi

Il rogo di avantieri sera è soltanto il più grave ed esteso di fenomeni simili che ormai da giorni rendono l’aria irrespirabile in città e a Sovereto. Ieri sono stati bruciati scarti vegetali (siamo nel periodo di raccolta delle olive), ma è realistico pensare che si tratti solo di quello?

Il fenomeno criminoso della combustione illecita di rifiuti appesta l’agro terlizzese ormai da anni. Basti pensare che nel 2016, anno d’inizio della raccolta differenziata a domicilio, l’intensificarsi delle segnalazioni di abbandono e incendio di rifiuti ha portato alla nascita del progetto “Che aria tira”, che oggi rappresenta un punto di riferimento per l’individuazione collettiva dei diversi punti di sversamento di scarti di ogni tipo. La coincidenza temporale tra l’inizio del porta a porta e la proliferazione dei roghi non è certamente un caso. Se infatti due giorni fa bruciavano tonnellate di scarti di lavorazione delle olive (presumibilmente provenienti da un frantoio), nei giorni scorsi l’odore acre e nauseabondo era quello tipico della combustione di gomma o materiale plastico. Siamo di fronte ad un problema grave, ampio e diversificato.

Durante l’incendio, la concentrazione di polveri sottili ha superato i 500 microgrammi/metrocubo. Numerosi cittadini hanno lamentato problemi respiratori, bruciore agli occhi ed uno stato generale di malessere provocato dall’inalazione dei fumi tossici. Quali i rischi per la salute dovuti al reiterarsi di questi episodi?

I rischi per la salute sono a breve e a lungo termine. Quelli nel breve periodo sono legati all’intossicazione da fumo, che porta ad un aggravamento dei sintomi connessi alle malattie respiratorie. I rischi a lungo termine sono invece strettamente dipendenti all’esposizione continua a polveri sottili, che nel tempo si accumulano all’interno degli alveoli polmonari con possibili risvolti di tipo tumorale.

Vorrei inoltre segnalare che la pratica di bruciare rifiuti da lavorazione agroindustriale è vietata per legge. Le uniche biomasse che è permesso bruciare sono scarti di potatura rivenienti da attività agricola nella misura massima di 3 mc steri al giorno, ma deve trattarsi di biomassa del fondo bruciata dal conduttore del fondo. Gli ammassi di foglie rivenienti dalla defoliazione delle olive nei frantoi se non fresati o interrati sono rifiuti veri e propri e pertanto le norme prevedono altro.

Sul sito del rogo anche nei giorni scorsi i cittadini hanno segnalato il verificarsi di abbruciamenti di minore entità. Ieri le forze dell’ordine sono state allertate da un attivista del gruppo “Che aria tira” che si trovava sul posto per monitorare il territorio. Cosa può fare la politica locale per contrastare questa piaga ambientale a lungo termine? È possibile che si riesca ad intervenire solo ex post?

Vorrei partire da un dato positivo: grazie anche all’operato del gruppo “Che aria tira”, le segnalazioni dei cittadini (raccolte dall’associazione o indirizzate al Comune) sono sempre più numerose, e questo testimonia che il processo di sensibilizzazione collettiva ai problemi ecologici della parte sana di Terlizzi è complessivamente a un buon punto. Lo stesso non si può dire della politica locale, che evidentemente non ha l’ambiente tra le sue priorità. Basti pensare che l’Ufficio Ambiente dispone da tempo di una sola unità, responsabile della gestione di tutte le segnalazioni e del monitoraggio territoriale. Il settore andrebbe pertanto potenziato, assumendo del personale specificamente formato sulle norme ambientali. Ritengo inoltre che possa essere molto utile l’emanazione di un’ordinanza che vieti l’accensione di fuochi dal tramonto all’alba. Si tratterebbe di uno strumento molto utile innanzitutto per tamponare il fenomeno a breve, ma soprattutto per fare in modo che forze dell’ordine intervengano in tutti i casi di fumi e fuochi visibili di notte, che sarebbero illeciti indipendentemente dalla loro origine. Infine, credo sia arrivato il momento di approvare il regolamento per la raccolta differenziata, che è il solo strumento per dare fondamento al sistema di sanzioni in caso di abbandono di rifiuti.

Ieri si sono riunite le associazioni aderenti al movimento “Fridays For Future Terlizzi” per pianificare azioni a breve termine. Lo stato di agitazione della cittadinanza è palpabile, moltissimi si dicono pronti a scendere in piazza, senza bandiere di partito. Le forze politiche di opposizione chiedono l’accertamento delle responsabilità penali e l’istituzione di una commissione permanente sui roghi tossici. Puliamo Terlizzi ritiene utile ed auspicabile una protesta pubblica? Del resto la misura è colma: ne va della nostra salute…

L’incontro è stato estremamente partecipato, sono emerse diverse proposte interessanti che ci riserviamo di indirizzare all’Amministrazione. Attendiamo l’esito della riunione istituzionale convocata per oggi e preannunciamo che, in caso di ulteriore e sterile attendismo, tutte le realtà della rete sono pronte a scendere in piazza accanto ai cittadini e a tutte le forze che hanno a cuore le sorti del nostro ambiente.

giovedì 23 Gennaio 2020

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