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Incendi e fumo, i cittadini in allarme: «Si prendano provvedimenti una volta per tutte»

La Redazione
Incendi e fumo
Il rogo sviluppatosi ieri sera in un fondo in contrada Portoni, col conseguente dilagare del fumo e della puzza su Terlizzi, ha generato una vera e propria levata di scudi tra i cittadini
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L’incendio avvenuto ieri sera in un fondo in contrada Portoni, col conseguente dilagare del fumo e della puzza sulla città, ha generato una vera e propria levata di scudi tra i terlizzesi, stanchi di respirare un’aria la cui concentrazione di polveri sottili, secondo le rilevazioni di Puliamo Terlizzi, “ha raggiunto nel momento peggiore, in centro, a due chilometri dal punto zero, i 500 microgrammi/metrocubo, ovvero dieci volte la soglia fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Il sindaco Gemmato ha dichiarato in tarda serata di aver ricevuto “conferma che a bruciare sono fascine di potatura di ulivi. Ho comunque chiesto un rapporto chiaro ed esaustivo per chiarire le responsabilità di quanto accaduto. I Vigili del Fuoco sono gli unici deputati ad accertare la matrice dell’incendio. E’ mia abitudine giudicare i fatti sempre con cognizione di causa. Così faremo e laddove ravviseremo delle responsabilità prenderemo provvedimenti“, ha aggiunto il primo cittadino.

Tuttavia, molti sono stati gli utenti social ad obiettare che l’odore acre sprigionatosi dalla zona del rogo non può essere originato da simili scarti, ma è intuitivamente causato dalla combustione di altri materiali. Il sospetto di molti – corroborato dalla posizione di alcune forze politiche intervenute nel merito, tra cui La Corrente – è che nel fondo in contrada Portoni, come in tanti altri terreni nei giorni passati, si brucino regolarmente, specialmente alla sera, quintali di scarti vegetali provenienti dai frantoi cittadini. “Pretendiamo il nome del frantoiano responsabile di questo ennesimo illecito scempio”, reclama anzi il movimento politico di opposizione. Per il momento sarà il proprietario del terreno su cui si è sviluppato il rogo, a quanto si apprende, a sobbarcarsi il costo della pala meccanica che è stata necessaria ai vigili del fuoco di Molfetta per sgomberare i rifiuti della combustione.

“Anche un bambino capirebbe che quello non è il risultato della bruciatura (consentita) di piccole quantità di sfalci di potatura ma che qualcuno ha scelto quel suolo per stoccare tonnellate di scarti vegetali di lavorazione per poi darli alle fiamme Lo smaltimento e la combustione illecita di rifiuti sono reati non falò riusciti male”, considera polemicamente Puliamo Terlizzi, che rincara la dose: “Il primo cittadino non spende una parola sul disagio e sul malessere che tanti cittadini, specialmente quelli affetti da patologie respiratorie, hanno dovuto sopportare stasera e tutte le altre notti in cui la città è stata avvolta dai fumi dei roghi tossici”.

In molti stanno chiedendo a viva voce all’amministrazione comunale misure e provvedimenti utili a risolvere una volta per tutte un problema annoso che, tuttavia, sembra essere – ancora una volta – soprattutto di ordine culturale, legato cioè alla cattiva educazione di molti cittadini, nonché alla spiacevole tendenza a chiudere gli occhi di molti altri. La radicalità della questione, tuttavia, non può essere un’attenuante: anzi, è proprio la frequenza e la diffusione territoriale con cui si registrano questi episodi – non solo nel periodo della raccolta delle olive – a consigliare una seria, immediata opera di contrasto a un fenomeno che rischia di diventare triste e consolidata prassi.

mercoledì 22 Gennaio 2020

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