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“Papà Triposcia”: al Polo Liceale la premiazione del concorso dedicato a padre Catalano

La Redazione
"Papà Triposcia": al Polo Liceale la premiazione del concorso dedicato a padre Catalano
Oggi la manifestazione conclusiva del concorso promosso dalla onlus "Un mondo di bene 2.0": centinaia gli elaborati - prevalentemente artistici - prodotti dalle circa 1500 persone coinvolte, fra bambini e ragazzi
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Nel decennale della morte, le scuole terlizzesi si stanno attivando per ricordare la figura di Padre Michele Catalano, gesuita di grande spessore culturale, a lungo missionario nello Sri Lanka.

Stamattina (ore 10-12) si svolgerà presso il Polo Liceale la manifestazione conclusiva del concorso a lui dedicato promosso dalla onlus “Un mondo di bene 2.0”: centinaia gli elaborati – prevalentemente artistici – prodotti dalle circa 1.500 persone coinvolte fra bambini, ragazzi e giovani.

Povero tra i poveri, Padre Michele ha organizzato e testimoniato la speranza nel più difficile dei contesti: la baraccopoli posta all’estrema periferia di Colombo, capitale dello Sri Lanka, dove si è fatto indigeno al ‘popolo dei canali’ e ha manifestato la sua fede misericordiosa e ha cercato il volto di Cristo nel volto dell’umanità derelitta.

Nel 1978, al deflagrare del conflitto interetnico fra maggioranza singalese e minoranza tamil, ha fondato il Centro Shanti, che vuol dire Pace: non una parola ma un vocabolario, sviluppando in tre decenni l’intensa opera di promozione umana in favore di circa trentamila emarginati, diventati destinatari privilegiati di programmi d’istruzione, di lotta alla malnutrizione, di sviluppo sociale, di educazione alla convivialità delle differenze e al dialogo interreligioso; a cominciare dalle ‘scuolette’, in cui ha offerto cibo per la mente e per il corpo alla popolazione infantile, in maniera così abbondante da guadagnarsi il nomignolo di Papà Triposcia, cioè ‘tripla razione’. Ha anche dedicato attenzione agli anziani, ai disabili, e promosso il microcredito come fonte di sviluppo delle attività artigianali, soprattutto femminili”, continua la nota. “Nell’opera, non è mai stato solo, capace com’era di coinvolgere i familiari, gli amici e tanti collaboratori in ogni parte del mondo, e di organizzare un vasto movimento di volontariato internazionale prevalentemente giovanile”.

L’impegno inesausto ha registrato un netto incremento dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004, quando l’Oceano Indiano ha devastato molte località a sud-ovest dell’Isola, fra cui Moratuwa, dove Padre Michele esprimeva ugualmente la propria presenza pastorale. Benché quasi ottuagenario, ha vissuto una seconda giovinezza e favorito la ricostruzione di interi villaggi, fino ad assegnare cento abitazioni agli sfollati. Un traguardo quasi incredibile per un uomo ormai privo di energia fisica ma ancora ricco di risorse interiori.

Umanità, capacità di accoglienza, impegno per la pace, per la giustizia sociale e l’unità del genere umano, hanno disegnato il profilo del missionario, di cui le giovani generazioni tessono le lodi. Terlizzi è fiera di aver dato i natali a padre Catalano.

sabato 14 Dicembre 2019

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