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Un terlizzese alla Conferenza per il Clima di Madrid: «Ridistribuiamo il cibo finito tra i rifiuti»

La Redazione
Un terlizzese alla Conferenza per il Clima di Madrid: «Ridistribuiamo il cibo finito tra i rifiuti»
Luigi Vendola ha presentato ieri il progetto RePoPP all'interno del padiglione italiano allestito dal Ministero dell'Ambiente nella capitale spagnola: «Un onore essere stati invitati tra le best practice italiane»
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Anche Terlizzi è presente, in qualche modo, alla Cop 25 di Madrid, la conferenza mondiale sul clima e sull’ambiente.

All’incontro, in corso in questi giorni, stanno partecipando delegazioni politiche presiedute dai ministri dell’ambiente, i capi di governo e le figure tecniche, che negoziano giorno e notte per formulare i nuovi accordi sul tema. Due giorni fa è sbarcata nella capitale spagnola anche Greta Thunberg, icona della lotta per il futuro del pianeta.

A rappresentare la nostra città c’è, invece, Luigi Vendola – 37 anni, residente da qualche anno a Torino – che ieri, venerdì 13 dicembre, ha presentato il progetto RePoPP all’interno del padiglione italiano allestito dal Ministero dell’Ambiente.

In cosa consiste il progetto RePopp?

RePoPP è un progetto semplicissimo, che, attraverso il recupero delle eccedenze alimentari al mercato di Porta Palazzo di Torino, trasforma in azioni concrete i primi due pilastri dell’economia circolare: riduzione dei rifiuti e riuso. Tutti i giorni a fine mercato si recupera tutto quello che gli ambulanti non vendono e che inesorabilmente verrebbe gettato tra i rifiuti. Si recupera una media di 300 chili al giorno tra frutta, verdura e pane. Tutto il raccolto viene ridistribuito a fine mercato tra coloro che lo richiedono. Principalmente si tratta di quelle persone che prima dell’attivazione del progetto, a fine 2016, cercavano cibo ancora buono tra le montagne di rifiuti del mercato. Oggi riusciamo a distribuire cibo a poco più di 250 persone a settimana. Il valore aggiunto di questo progetto è che a recuperare e distribuire sono richiedenti asilo dell’Africa sub-sahariana. Così dimostriamo con i fatti che i migranti non sono quelli brutti sporchi e cattivi che una certa politica vuole farci credere, ma sono persone come noi, anzi migliori perché si preoccupano di dare da mangiare a chi si trova in difficoltà. Dal primo gennaio 2019 abbiamo recuperato quasi 90 tonnellate di cibo, una enormità.

Quello di ridistribuire il cibo è l’unico aspetto del progetto?

Contemporaneamente portiamo avanti anche azioni di sensibilizzazione sulla corretta raccolta differenziata e i risultati sono strepitosi. Prima del nostro arrivo il mercato stentava a raggiungere il 40%, oggi siamo stabilmente sopra il 75% di raccolta differenziata e puntiamo di arrivare all’80% entro fine anno. Ma non solo. Visto che oggi va di moda parlare ci CO2 ecco il dato: per ogni chilogrammo di cibo recuperato si risparmiano 3 kg di CO2 equivalente immessi nell’atmosfera. E’ facile capire che da più risultati una azione del genere che comprarsi.

Il progetto RePoPP ha anche ricadute sociali e professionali.

Certo. Il progetto strizza l’occhio anche all’inclusione sociale, infatti siamo riusciti ad attivare due contratti (uno a tempo indeterminato e uno determinato) e otto tirocini formativi.

Quali sono le prospettive del progetto?

Essere alla Cop25 ed esser stati invitati dal Ministero dell’Ambiente come una delle best practice italiane che fa economia circolare dal basso è davvero un onore. Come coordinatore del progetto il mio obiettivo sarà quello di fare in modo che questa pratica si diffonda il più possibile. Abbiamo già attivato lo stesso progetto a Roma e a Milano. La città di Siviglia si è detta interessata. Uno studente texano che ci ha conosciuti lo scorso anno ha attivato una azione simile al confine col Messico. Non esiste il copyright per questo progetto, non ci importa, il nostro obiettivo è replicare una azione che dà risultati concreti per lottare contro le disuguaglianze sociali e in favore dell’ambiente e per una alimentazione sostenibile. Per questo abbiamo presentato il nostro progetto in Cile e a Madrid alla Cumbre Social, l’evento parallelo e alternativo alla COP25, quello dei popoli per i popoli e non delle istituzioni per le multinazionali.

sabato 14 Dicembre 2019

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