A dieci anni dalla scomparsa dell’amato Padre Michele Catalano, il I Circolo Didattico “don Pietro Pappagallo” di Terlizzi ha reso omaggio all’uomo di fede ed educatore terlizzese con una esposizione che rappresenta la sua vita di missionario gesuita nello Sri Lanka, raffigurandone gli insegnamenti universali, l’impegno umanistico, pedagogico, etico e culturale.
“La nostra scuola ha fortemente voluto la partecipazione degli alunni, sia della scuola dell’infanzia che della scuola primaria, al concorso ‘Papà Triposcia’ promosso dall’associazione ‘Un mondo di bene 2.0 Onlus’ – afferma il docente del Circolo Vito De Leo, curatore della mostra assieme alla professoressa Gianna De Manna -. “Partendo da tale sollecitazione, insieme all’affetto per padre Catalano, a cui è intitolato uno dei plessi della Scuola dell’Infanzia, la scuola ha organizzato una mostra intitolata ‘A Papà Triposcia'”.
L’inaugurazione della mostra si è tenuta martedì 10 dicembre alla presenza degli alunni, dei genitori, dei parenti e degli amici, nonché del dirigente scolastico Giovanni Cassanelli, della direttrice amministrativa Pina Mastrorilli e dei docenti Gianna De Manna e Vito de Leo, curatori della mostra. Hanno partecipato al “vernissage” anche Renato Brucoli e Vito Bernardi, autori di una biografia con documentario su padre Catalano (edita da Ed Insieme), la presidente dell’Associazione “Un mondo di bene”, Flora De Palo, e l’artista terlizzese Maria Bonaduce.
Nel suo intervento il preside Cassanelli ha omaggiato la figura di padre Catalano sottolineando l’importanza di porre attenzione al territorio e alle sue ricchezze stimolanti. L’agire in rete e il confrontarsi con altre agenzie educative e culturali, secondo Cassanelli, può portare al superamento della sterile autoreferenzialità.
La testimonianza di Luigi Catalano, nipote del sacerdote, ha rievocato le percezioni intime e amorevoli della famiglia, consapevole delle doti umanitarie di questo uomo di fede, attento alla necessità dell’incontro tra religioni diverse, positivo e propulsivo, una forma di ecumenismo aperta anche alla cooperazione concreta.
La mostra, caratterizzata dalla vivacità dei colori e dalla pluralità delle tecniche creative, ha messo in scena collage, pitture, grafiche, poesie, rappresentazioni delle tante problematiche che affliggono i nostri paesi, le nostre città, le nostre anime, ma anche espressioni della rinascita gioiosa ed inclusiva, una dote emotiva e sentimentale evocativa dei concetti morali del grande Padre Triposcia.