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Crisi olivicola, Coldiretti Puglia incontra la ministra Bellanova

La Redazione
Crisi olivicola
L'associazione ha presentato a Roma l'analisi di settore e un "Piano Salva Olio" per far fronte ai problemi che lo attanagliano, tra cui il crollo del prezzo dell'olio del 40%, e la Xylella
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Negli ultimi dieci anni, è cresciuta in Puglia la produzione media di olio del 21,5%, ma non c’è stata alcuna visione strategica rispetto alla realizzazione dei centri di ammasso e stoccaggio dell’olio. È quanto emerso dall’analisi di Coldiretti Puglia sull’andamento del settore olivicolo e oleario in Puglia, presentata ieri alla Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova dal presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, a capo della delegazione di olivicoltori e frantoiani al tavolo sulla crisi olivicola.

«Ringraziamo la ministra Bellanova e concordiamo sulla necessità espressa di disegnare una strategia coordinata e una programmazione di lungo periodo per fronteggiare la crisi di mercato di olive e olio in Puglia, perché dall’anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell’olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell’olio. La Regione Puglia non ha ancora consentito a cooperative e frantoi in tutta la Puglia di utilizzare oltre 40 milioni di euro del PSR Puglia per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione. – ha detto il presidente Muraglia – La Puglia è indietro anni luce e resta l’urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale – in Spagna ne hanno già fatti cinque – e di rivedere i rapporti all’interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché i prezzi allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia è inaccettabile».

Intanto, la Coldiretti presenta un “Piano Salva olio”:

1. Avviare un nuovo Piano Olivicolo Nazionale (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati, per modernizzare gli impianti olivicoli, puntando sulle cultivar nazionali che rappresentano il nostro patrimonio di biodiversità; favorendo lo sviluppo e la sottoscrizione di contratti di filiera;

2. sostenere il finanziamento per la realizzazione di centri di stoccaggio dell’olio;

3. esprimere solidarietà all’olivicoltura pugliese, sia per la parte colpita dalle gelate che per l’area salentina compromessa dalla Xylella, sostenendola con azioni concrete a partire dall’immediata attuazione del decreto sullo stato di emergenza attraverso i decreti attuativi che svincolano le risorse e consentono i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi e degli olivicoltori;

4. garantire adeguate risorse attraverso una strategia condivisa tra Governo e Unione Europea per far fronte alla strage che ha devastato 21 milioni di ulivi, mettendo in ginocchio il settore olivicolo del Salento, deturpando il patrimonio paesaggistico, con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro ed il dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale;

5. dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti dell’attuale ocm, in modo che i fondi vadano alle vere imprese olivicole e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei negoziati internazionali dove l’agroalimentare italiano viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi;

6. stringere le maglie ancora larghe della legislazione con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli;

7. pretendere l’obbligo della registrazione telematica degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri, così come già istituito in Italia attraverso il Sian.

8. difendere il panel test, strumento necessario per la classificazione e la valutazione delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva vergini al fine di tutelare i produttori di oli di qualità ed i consumatori;

9. promuovere una maggiore trasparenza dell’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta, per l’olio extravergine di oliva (con etichette leggibili per i consumatori e prevedendo l’obbligo dell’indicazione dei paesi di provenienza degli oli che compongono le “miscele”) e per le olive da tavola che a oggi non hanno alcuna indicazione obbligatoria in etichetta relativamente al paese di coltivazione delle olive e promuovere la conoscenza e la cultura dell’olio evo di qualità tra i consumatori al fine di aiutarli a scegliere con maggiore consapevolezza;

10. eliminare il segreto di stato sui flussi di importazione dell’olio extravergine, dopo la storica sentenza del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali di prodotti esteri, detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose ora smascherate dall’Autorità giudiziaria, un risultato storico per la Coldiretti che ha sollecitato il pronunciamento, dopo la richiesta al Ministero della Salute.

sabato 7 Dicembre 2019

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