Attualità

“Dai vita ai sogni”, il volontariato che aiuta a crescere

Vittoria Laura Leone
“Dai vita ai sogni”
​Antonio Maggio e Cecilia Caldarola, studenti del Polo Liceale di Terlizzi, raccontano la loro esperienza in Perù. «Le parole non potranno mai descrivere quello che i miei occhi hanno visto e vissuto»​​
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Mentre il rintocco della campanella suggella il ritorno suinbanchi, è interessante segnalare l’esperienzanestiva di volontariato a Lima, in Perù, di tre giovani studenti ruvesi,nperché altre scuole possano farne tesoro. Loro sono Antonio Maggio, CecilianCaldarola e Nicola Ficco, che frequentano il Polo Liceale dinTerlizzi.

L’iniziativa, facente parte del progetto “Dai vita ai sogni”,nè nata dalla proficua collaborazione tra la professoressa Annalisa Marinelli e monsignornNicola Girasoli, nunzio apostolico nella capitale peruviana, che ha accolto benevolmenteni ragazzi offrendo loro occasioni di incontro con diplomatici di ambasciate enaltre istituzioni. «Una guida e un padre, una persona di grande cultura endisponibilità», lo ha descritto Antonio Maggio.

Le attività previste dall’Onu e finanziate dal Ministerondell’Agricoltura peruviano sono state precedute da lezioni teoriche e workshop,nche hanno preparato gli studenti a intraprendere al meglio le loro mansioni inncampo sociale, umanitario e per la salvaguardia ambientale. Al lavoro praticonsono stati affiancati lunghi percorsi esplorativi e conoscitivi in merito aglinecosistemi peculiari del territorio e delle bellezze paesaggistiche che essonracchiude: il meraviglioso centro storico, la cattedrale, i siti archeologicindel periodo precolombiano, i palazzi in stile neocoloniale…

Emozionante si è rivelato l’incontro con la gente del posto. «Lenparole non potranno mai descrivere quello che i miei occhi hanno visto envissuto», ha detto Cecilia Caldarola, visibilmente commossa nel ricordare lansolitudine di un’umanità dolente, abbandonata dalla società e dallo Stato. Il pensieroncorre veloce alle strade di Maria del Triunfo popolate dai tanti bambini chengiocano a mani nude con la cenere di un fuoco ancora fumante e i loro occhinpieni di felicità nel ricevere in dono delle macchinine colorate. Al terminendel suo racconto, Cecilia ha rivolto un invito ai suoi coetanei: «Se si vuolenpartire per un’esperienza di volontariato dall’altra parte del mondo, bisognanfarlo subito perché la gente, soprattutto le numerose donne violentate e inbambini, ha bisogno di una sorridente e semplice carezza». Concorde con lenparole di Cecilia, anche Antonio ha consigliato vivamente questa esperienza, «magarinnon a tutti, perché bisogna essere pronti a mettersi in gioco, fare rinunce encambiare prospettive…».

«Non è una semplice vacanza studio – ha continuato, manun’esperienza olistica dove si impara, si lavora, si cresce, si soffre, singioisce, si dà e si riceve molto, non solo materialmente».

Casi come questi costituiscono una testimonianza lampante dellanforte valenza educativa della scuola, che non deve essere solo depositaria dinun sapere teorico a tratti “dogmatico”, ma deve ergersi a “buona maestra”,naprendo alla vita, al mondo e creando relazioni di cooperazione e solidarietà.

lunedì 16 Settembre 2019

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