Attualità

Teresa e il volontariato in Albania: «Bisogna mettersi in gioco»

Elena Albanese
Teresa e il volontariato in Albania
​Il racconto della settimana trascorsa coi bambini della scuola fondata dalle Suore oblate a Katundiri. «La difficoltà maggiore è stata la lingua, ma coi più piccoli bastava uno sguardo e ci si capiva»​
scrivi un commento 54

Teresa Pellegrini compirà 17 anni a dicembre enstudia al Liceo di Scienze Umane. Dal 10 al 16 luglio scorsi, anziché andare innvacanza come la maggior parte dei suoi coetanei, insieme ad altrin17 ragazze e ragazzi tra i 16 e i 20 anni è stata protagonista di un’esperienzandi volontariato di una settimana a Katundiri, in Albania.

Il progetto è partito lo scorso marzo grazie alla collaborazionentra la Diocesi di Molfetta e le Suore oblate della Diocesi di Tirana-Durazzo.nQuattro ore settimanali di attività con i minori e ogni mercoledì la formazionena Terlizzi: incontri con psicologhe e con esperti del settore. Non proprio unanpasseggiata, insomma, che però Teresa racconta con estrema serenità e unnbel sorriso sempre stampato sul volto fresco e pulito da adolescente.

«Sapevamo di doverci occupare di bambini dagli 8 anninin su – spiega -, poi ci siamo ritrovati con 30 bambini perché si sono aggiunti anche i più piccoli. Io, personalmente, sono stata proprio con loro e minsono trovata molto bene. La difficoltà maggiore è stata la lingua, ma con i piùnpiccoli bastava un sorriso, uno sguardo…e subito ci si capiva». I bambini dincui Teresa e gli altri si sono presi cura frequentano la scuola fondata propriondalle Suore di don Grittani nella città albanese.

Alloggio nel convento, sveglia alle 7, colazione alle 7.30 e allen8 già operativi. «Eravamo divisi in quattro squadre – verde, bianca,ngialla e arancione – e ogni giornata aveva un tema diverso. Si è partiti dall’accoglienza,ncon attività di benvenuto e conoscenza. Io ho preparato un cartellone con l’immaginendel mondo, su cui ogni bambino ha attaccato degli omini in cerchio, semprenrealizzati da noi, scrivendo poi le caratteristiche che attribuiva agli altrincompagni».

I princìpi cardine che hanno caratterizzato tutto il percorsonsono stati la pace, la convivialità e la legalità. «Al giorno d’oggi c’è ancoranqualcuno che semina odio e rabbia. Ecco perché noi abbiamo voluto portare in Albanianpace e amore».

Dopo “il lavoro” e il pranzo («abbiamo mangiato piatti italiani,nperché cucinava una signora partita con noi!»), i pomeriggi erano dedicati ainturni in cucina («tipo un campo-scuola!») e all’organizzazione delle attivitàndel giorno successivo; la sera alla formazione.

Volontariato e impegno, dunque. Ma non solo. «Il sabato abbiamonfatto un’escursione: siamo andati a Tirana. Poi abbiamo visitato anche Scutari. In generale, mi è sembrata una nazione piuttosto tranquilla», dice Teresa. Ma ciò che ricorderà con più emozione sono sicuramente «insorrisi, gli abbracci…perché i bambini si sono subito affezionati a noi. L’ultimongiorno, per esempio, ci siamo messi tutti a piangere perché è stata davvero un’esperienzandegna di nota». A settembre riprenderà la sua attività di volontariatonnella sede ruvese della Caritas, «dove mi sono trovata bene sin dall’inizio. Amonstare a contatto coi bambini e socializzare con persone diverse». Nel frattempo, lo scorso 31 luglio è partita per «Madrid, pernuna vacanza studio».

Alla fine della nostra chiacchierata, le chiedo provocatoriamentenil perché di tutto questo impegno nel migliorarsi e nel dedicarsi agli altri, quandonpotrebbe semplicemente, alla sua età, divertirsi. «Bisogna mettersi in gioco –nmi risponde con semplicità disarmante -. Solo se ti metti in gioco capisci chi sei, ti prendi le tuenresponsabilità e provi emozioni forti, ricordi che resteranno sempre impressi».

giovedì 8 Agosto 2019

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti