Si è svolta ieri pomeriggio a Roma la cerimonia di inaugurazione di una targa in memoria di Don Pietro Pappagallo, uno dei due martiri terlizzesi, assieme al professor Gioacchino Gesmundo, dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, perpetrato dai nazifascisti nel 1944 a Roma.
Il 26 gennaio cade infatti il settantacinquesimo anniversario dell’arresto ad opera delle terribili SS del parroco, a cui è dedicato il circolo Esquilino dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che ha organizzato la celebrazione.
L’inaugurazione della targa si è tenuta presso la fabbrica romana ex Snia Viscosa, storico stabilimento di produzione della seta, dove Don Pietro operò da assistente spirituale, denunciando le terribili condizioni di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, moltissimi del Sud e suoi conterranei. “Durante il fascismo fu al fianco degli operai della Snia Viscosa, denunciando apertamente le condizioni di lavoro e la disparità di trattamento riservata ai meridionali – ha ricordato la sezione Anpi -. Negli anni dell’occupazione nazista fornì aiuto a soldati sbandati, partigiani, alleati, ebrei e persone ricercate dal regime”.
In rappresentanza di Terlizzi hanno partecipato i pronipoti del martire terlizzese, Nicla e Giuseppe Pappagallo, e il consigliere comunale Giuseppe Volpe, che ha portato con sé lo stendardo del I Circolo Didattico “Don P. Pappagallo”. Presente anche il giornalista Renato Brucoli, autore del libro “”Pane, cipolla e santa libertà”.
Questo il testo della dedica affissa in memoria del martire terlizzese: “La fede e il senso di umanità non possono contrappormi ai miei fratelli al cui servizio sono stato posto”