Attualità

Olio d’oliva, in Puglia magazzini pieni di prodotto straniero

La Redazione
Occhio all'etichetta sull'olio d'oliva
Il 51% in più rispetto all'anno scorso. Allarme della Coldiretti su frodi e inganni
scrivi un commento 21

È necessario vigilare sugli acquisti per evitare che venga spacciato come nazionale il prodotto importato di minore qualità, con i magazzini in Puglia pieni di olio straniero: il 51% in più rispetto all’anno scorso. È il monito della Coldiretti Puglia, sulla base dell’analisi dei dati del report Frantoio Italia redatto dall’organismo di controllo ICQRF del Ministero delle Politiche agricole.

nn

In queste condizioni è importante verificare attentamente l’etichetta, anche se sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”, che pure sono obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva. La scritta – precisa la Coldiretti regionale – è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull’etichetta che la rende difficilmente visibile, tanto che i consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

nn

Tra i prodotti alimentari venduti in offerta più frequentemente ci sono quelli simbolo della dieta mediterranea che non possono mancare sulle tavole degli italiani e hanno un effetto calamita sui clienti a partire proprio dall’olio di oliva. Si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per rendere le confezioni meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti, dalle vendite sottocosto ai buoni spesa.

nn

Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di comprare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi e nelle cooperative dov’è possibile assaggiare l’olio evo prima dell’acquisto e riconoscerne le caratteristiche positive.

nn

La Puglia detiene un patrimonio di 60 milioni di ulivi su una superficie di 383.650 ettari, con una produzione lorda vendibile del comparto olivicolo oleario pari al 20% della plv totale del settore agricolo.

nn

In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni, con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi cinque anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione, soprattutto in tempi di pandemia Covid.

nn

“A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali, un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della grande distribuzione organizzata non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi dovuti alle difficili condizioni di mercato”, sottolinea il presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

nn

Per questo – ribadisce la Coldiretti Puglia – serve intensificare l’attività di controllo e vigilanza anche per evitare che vengano spacciati come nazionali prodotti importati, ma è anche necessario al più presto il recepimento della direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali del 17 aprile 2019, per ristabilire condizioni contrattuali più eque lungo la catena di distribuzione degli alimenti, con l’introduzione di elementi contrattuali e sanzionatori certi rispetto a prassi che finora hanno pesantemente penalizzato i produttori.

n

martedì 20 Luglio 2021

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti