Spettacolo

Ecco la Carta d’Intenti della Comunità Civica: «Il governo della città sia fondato su trasparenza e partecipazione». Il testo integrale

La Redazione
L'Assemblea Programmatica della Comunità Civica
La neonata rete di associazioni e movimenti politici rende pubblico il documento condiviso stilato in occasione della fortunata assemblea programmatica del 6 novembre scorso
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La Comunità Civica rende pubblica la Carta d'Intenti, il manifesto etico-politico stilato al termine della fortunata e partecipata assemblea programmatica del 6 novembre scorso.

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La rete di movimenti e associazioni locali – cui aderiscono “Agricoltura e Floricoltura”, “Alternativa Democrativa”, “Città Civile”, “Impegno Civico”, “La Corrente”, “Terlizzi Cantiere dal Basso” e “Udc Terlizzi” -sta continuando in queste settimane il suo percorso con una serie di "laboratori di cittadinanza" tematici – si è già svolto quella sulla cultura, stasera toccherà a quello sull'ambiente, seguirà lunedì quello sull'agricoltura -, che sfoceranno in una nuova, grande assemblea, in programma il 29 gennaio, in cui saranno tirate le somme del lavoro comune, nell'ottica delle elezioni comunali del 2017. 

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Il testo che vi proponiamo di seguito è stato sottoscritto da tutte le realtà aderenti alla Comunità e rappresenta il punto di partenza, la "traccia" da cui la neonata rete non intende prescindere o derogare nel proprio percorso politico.

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“Un paese vuol dire…”

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Il governo della città è una funzione sociale di inclusione e di relazione. Non è uno strumento di potere.

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Il governo della città investe sui “giacimenti locali” pone come prioritario il rapporto organico con il privato sociale. “Non per noi, non per i nostri interessi, per le generazioni future”.

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Non esiste crescita senza sviluppo. E lo sviluppo è locale. Innovazione (microcredito, autoproduzioni, boc, nuovi strumenti di integrazione sociale, task-force di sostegno alla politica, baratto sociale), recupero del patrimonio territoriale, cultura come “visione”, investimento nella vocazione agricola del territorio costituiscono leve strategiche di trasformazione sociale. Il protagonismo sociale deve sostituire il protagonismo personale e dei gruppi di interesse. Ad esempio, non ci può essere sviluppo dell’agricoltura che non abbia quale proprio focus d’azione la concertazione con gli operatori.

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Gli stati di bisogno non sono più concepiti come limite ma come risorsa. Le relazioni tra istituzioni e terzo settore devono diventare organici e performativi. La relazione è una connotazione distintiva dell’azione quotidiana di governo.

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Realizzazione del PUG. Tutela delle vocazioni originarie del territorio. Recupero e risparmio del suolo. Non accettiamo il collegamento tra la tutela del territorio e la conservazione economica. Al contrario riteniamo che le politiche del territorio disegnino il destino di una comunità. E questa sfida sia volano di innovazione e di sviluppo sostenibile. In materia di servizi ambientali riteniamo prioritario adeguare il servizio ai cittadini e non ai gestori.

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La cultura è leva strategica di cambiamento. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare le politiche “dei proclami e del folklore”. Da prodotto dobbiamo passare al processo.

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Centrale e prioritaria è la riorganizzazione della macchina amministrativa fondata sulla formazione, la valorizzazione e la responsabilità. Riteniamo strategico il superamento della struttura (non della funzione) dirigenziale. Dare di più per ricevere di più, questa la cornice dentro la quale implementare un rinnovato rapporto con la burocrazia comunale. Gli uffici comunali devono essere davvero la “carta d’identità” della città.

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Riteniamo la politica un “bene comune”. Questo valore si difende facendo della partecipazione e della trasparenza la stella polare di ogni azione amministrativa.

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Deve essere evitata ogni potenziale fonte di conflitto di interesse in ogni fase e ad ogni livello della decisione politica. Consideriamo la Carta Etica di Avviso Pubblico parte integrante di questa carta locale.

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C'è un gruppo di politici locali che salta da un carro all'altro ad ogni tornata elettorale. Crea grandi coalizioni, concorda posizioni di potere, condiziona l'azione di governo, provoca crisi amministrative, fa cadere le amministrazioni e comincia un altro giro. Crediamo che questo gioco vada interrotto per il bene della collettività.

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venerdì 16 Dicembre 2016

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