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Oasi2: «Migranti sfruttati per la raccolta delle olive, ma l’accoglienza non c’è»

La Redazione
casolare migranti
«Lo scorso 18 novembre l'amministrazione si era detta disponibile alla messa a disposizione di una struttura dedicata per accogliere queste persone. Dichiarazioni purtroppo seguite da un nulla di fatto»
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“La loro presenza è stata ‘tollerata’ finché sono stati utili come lavoratori stagionali per la campagna olivicola, costretti a vivere nei casolari abbandonati disseminati nell’agro del Comune di Terlizzi in condizioni di estrema precarietà. Sono i circa 150 immigrati che, a pochi giorni dalla conclusione della raccolta, sono stati avvicinati dagli agenti della Polizia Locale, i quali hanno intimato loro – senza addurre particolari motivazioni – di lasciare subito i capannoni, minacciando in caso contrario il trasferimento coatto nei Centri di espulsione. Fino a questo momento, la loro permanenza è stata resa dignitosa grazie all’impegno del Coordinamento accoglienza migranti, di cui fanno parte organizzazioni del terzo settore, associazioni e movimenti cittadini, la Caritas locale e alcune realtà parrocchiali, che ha garantito una doccia settimanale e aiuti concreti. Ma ora hanno paura, temono il rimpatrio, la notte sono costretti ad accamparsi nelle tende o addirittura all’addiaccio”.

Così gli operatori dell’unità di strada Comunità Oasi2 San Francesco onlus, che denunciano il “reiterarsi, anno dopo anno, di questa incresciosa situazione”. Parte della responsabilità per Oasi2 è da addebitare “a un’Amministrazione comunale assente, o perlomeno distratta e noncurante di quanto accade sul suolo cittadino, oltre che sorda ai bisogni che da esso provengono. Durante un incontro pubblico con le associazioni del terzo settore e con i sindacati, svoltosi – dopo una serie di solleciti – lo scorso 18 novembre, si era detta disponibile alla messa a disposizione di una struttura dedicata per accogliere queste persone. Dichiarazioni purtroppo seguite da un nulla di fatto”.

“Al danno di non essere mai stati accolti realmente – continua la nota – si aggiunge per questi ragazzi la beffa di essere letteralmente ‘cacciati’ nel momento in cui non siano più ritenuti ‘utili’ a soddisfare le esigenze del territorio”.

A suffragare questo stato di cose vi è la testimonianza di un lavoratore stagionale marocchino, riportata dagli operatori di Oasi2, che afferma: «Sono anni che vengo qui stagionalmente per lavorare, e non trovo mai nessuno che voglia fittare una casa».

lunedì 20 Gennaio 2020

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