La Corte dei Conti Puglia ha condannato in primo grado la dirigente al settore finanziario al Comune di Terlizzi Francesca Panzini a risarcire l’Ente della somma di 136243,39 euro, oltre rivalutazione.
La sentenza, ratificata in Camera di Consiglio il 22 settembre 2016, ma depositata in segreteria il 30 marzo 2017, riguarda il ruolo svolto dalla dirigente nel caso Censum, per cui è attualmente imputata, assieme agli amministratori dell’ex società di riscossione tributi, nel processo in corso al Tribunale di Trani.
Oltre al risarcimento del danno erariale, la dirigente è stata condannata – recita la sentenza – “al pagamento delle spese del procedimento (ivi comprese le spese del procedimento di sequestro conservativo), che, sino al deposito della presente decisione, si liquidano in complessivi €. 6.761,08”.
Nelle motivazioni addotte dalla Corte dei Conti il comportamento della dirigente “appare, invero, quanto meno connotato da nimia [somma, n. d. r.] negligentia, macroscopica imperizia e sprezzante disinteresse per i propri doveri e, pertanto, da colpa grave, non potendosi qualificare altrimenti il comportamento della convenuta che pur conoscendo, in qualità di firmatario del contratto di appalto, le attività oggetto di affidamento alla Censum remunerate con il corrispettivo ivi previsto, ha disposto, con le censurate determine, l’affidamento e la remunerazione alla Società predetta di prestazioni già comprese nell’appalto commessole”.