Politica

L’odissea del signor Peppino, emblema di una sanità che non va

La Redazione
ospedale
Il racconto-denuncia del consigliere regionale pentastellato Mario Conca, secondo il quale «l'incolumità pubblica è seriamente a rischio nel Nord-barese»
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«Venerdì scorso sono stato a Ruvo dove, tra le altre questioni, ho ascoltato le vicissitudini del signor Giuseppe Lamura, detto Peppino, che ben sintetizzano il caos in cui versa la sanità in questo territorio. Lui voleva ringraziare, per mio tramite, la sanità pubblica pugliese per la velocità con cui ha provveduto a suturare il suo pollice che con l'accetta s'era gravemente ferito in campagna». Il racconto è del consigliere regionale del Movimento 5 stelle Mario Conca, che ironicamente mette alla berlina ciò che non va nei nostri ospedali, sollecitando di conseguenza l'avvìo deciso del pur tanto discusso Piano di riordino del governo Emiliano.

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Emblema di una situazione completamente inadeguata alle esigenze dei cittadini è secondo lui proprio il signor Peppino di Ruvo. «Recatosi all'ospedale di Terlizzi con la sua auto, dopo aver atteso qualche ora per essere assistito perdendo molto sangue, viene spedito a Corato per la consulenza ortopedica», continua Conca. «Arrivato a Corato, dopo aver atteso un'oretta, viene rispedito a Terlizzi che, non avendo il chirurgo plastico, lo invia al Policlinico di Bari. Qui viene finalmente preso in carico e curato, ma per chiudere il pronto soccorso è necessario andare nuovamente a Terlizzi, alla faccia di Edotto (sistema informativo sanitario regionale in vigore dal 2012, che dovrebbe agevolare l'interazione tra i soggetti operanti ai vari livelli, ndr) e della digitalizzazione. Per questo giro assurdo ci sono volute più di otto ore e la sua auto, ma se non avesse avuto l'autovettura e il figlio/autista avremmo dovuto impegnare un autista, un infermiere e un ausiliario sottraendoli al lavoro di routine».

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Dunque «ci è andata bene», scherza il consigliere pentastellato, che però torna subito serio. «Purtroppo questo è solo un esempio che si ripete giornalmente quando trattasi della lesione tendinea, che dopo la consulenza ortopedica a Corato per distacco parcellare della falange, necessita di chirurgia plastica al Policlinico, visto che né al San Paolo né al Sarcone di Terlizzi suturano i tendini. Per gli interventi chirurgici in elezione stessa storia, i medici non lavorano in sicurezza e sono preoccupati, di emergenza-urgenza neanche a parlarne e le cose non vanno meglio per i pazienti psichiatrici che si è costretti a trasferire ad Aversa o a San Giovanni Rotondo per mancanza di posti letto. 

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L'incolumità pubblica è seriamente a rischio nel Nord barese – lancia l'allarme Conca -, non possiamo aspettare un solo altro giorno, urge una riorganizzazione immediata, che sia quella del piano varato o una rivisitazione più che auspicata. Ho sollecitato nuovamente Emiliano perché deve trovare il coraggio di procedere con il Piano di riordino, visto che non ha voluto ascoltarci quando gli chiedevamo di implementare prima la propedeutica medicina territoriale. Ora proceda chiudendo i Ppit (Punti di pronto intervento territoriale) e gli ospedali a rischio che ha individuato, senza aspettare le amministrative a Molfetta e Terlizzi per inaccettabili interessi di partito. 

nn

Urge per quest'area un ospedale che possa definirsi tale, ma per farlo il governo regionale deve agire in fretta e senza prendere in giro la gente…qui si muore!», conclude.

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martedì 14 Febbraio 2017

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