Gli studenti del Polo licealen“Fiore-Sylos” dialogano con Trifone Gargano, docente dinDidattica della Lingua italiana presso l’Università di Foggia enautore del libro “Dante Pop”.
Moderatore dell’incontro, che hanavuto luogo nell’Auditorium dell’istituto terlizzese martedì scorso, il professor FrancesconVino, che ha introdotto l’intervento dell’autore sottolineandonenl’approccio innovativo alla didattica dell’italiano e il fascino delle lezioni di grammatica che da anni tiene innaffollatissime aule universitarie. n
Gargano ha voluto, con il suonlavoro, avvicinare i più giovani alla monumentale opera del SommonPoeta, offrendo una nuova chiave di lettura della “DivinanCommedia”, attraverso l’interpretazione di brand, romanzi,ncanzoni del nostro tempo, afferenti ad un fenomeno contemporaneo,ndilagante ed inarrestabile, da lui denominato “dantismo creativo”.nInsomma Dante “è in noi, è parte del nostro dna”, come ha sintetizzato Leonardo Caldarola della IV asu nella sua recensione, nfolgorato da un libro che ha davvero entusiasmato gli studenti. n
L’attenzione è stata focalizzatansoprattutto sulle canzoni di vari cantautori contemporanei, tra cuinGianna Nannini, Libague, De Andrè, De Gregori, Grignani e moltinaltri cantanti che hanno attinto dall’immaginario dantesco,nmutuandovi espressioni celebri per costruire i loro testi. Unanrilettura della Commedia di straordinaria attualità ed incisività. n
Il professor Gargano, ad esempio, nella canzone dinLibague “Siamo chi siamo” sottolinea l’importanza dincredere in noi stessi e in quel che siamo, senza ascoltare le vocinaltrui. Lo stesso Dante non si sia fatto influenzare dagli altri, mananzi, ha continuato sulla sua “retta via”. “Perché sì”,ndice il professore, “Dante durante il suo cammino era riuscito antrovare comunque la retta via a differenza dell’uomo odierno, chensi ritrova a non aver capito niente”. Con travolgente incisività,nGargano ha sorpreso il pubblico parlando dei primi, a suo dire,n‘’selfie letterari’, introdotti per la prima volta nel 1300 danDante nella sua opera più importante. Ogni personaggio è un selfiene descrive una precisa situazione. L’ultimo “scatto” nel cantonconclusivo del Paradiso, dove Dante vede se stesso riflesso nelnsecondo arcobaleno. n
Non sono mancati gli interventi danparte dei ragazzi che hanno espresso riflessioni e personali ninterpretazioni di testi di canzoni citate nel libro e posto anchendomande all’autore. Una riflessione tra tutte. “Serenata rap”ndi Jovanotti, del 1994, in cui il cantautore non solo cita i famosinversi del V canto dell’Inferno – ” amor che a nullo amato amarnperdona” – ma ne fa addirittura, secondo il professore, unnriuso artistico/letterario accostando in modo quasi dissacrante lenparole “porco cane”. n
Merita menziona anche il riferimento anDe Gregori che elogia Papa Celestino V, condannato da Dante nel IIIncanto dell’inferno, con gli ignavi, per non aver preso posizione ennon essersi assunto le sue responsabilità. Così Gargano ha invitatoni ragazzi a schierarsi, a crearsi un proprio pensiero e a combatterenper esso, proprio come Dante. “Tale canto”, dice il professore,n“va letto perché riveste un’importanza educativa”.
Esempiondi tale affermazione è un album di Gianna Nannini, nel quale trensingoli sono dedicati a una donna chiamata Pia, dolente Pia, la cuinidentità non è condivisa da tutti i critici. Ad ogni modo però,nquesta è vittima di suo marito: ancora una volta troviamo in Dantenla denuncia di un fenomeno oggi diffuso, il femminicidio.
Con lansua simpatia e la sua spontaneità, il professor Gargano ha conquistato testa e cuore deinragazzi che, entusiasti, hanno con attenzione e interesse potutongodere di una lezione originale, che ha permesso loro di sentire molto vicini i versi del Sommo Poeta.