Cronaca

L’ultimo saluto al piccolo Paolo è straziante: «Addio, angelo»

La Redazione
l'addio al piccolo paolo
Si sono svolti nel pomeriggio in Cattedrale i funerali del bambino di cinque anni morto venerdì in seguito a un tragico incidente in una villa sulla via vecchia per Sovereto
scrivi un commento 73

L’addio al piccolo Paolo Palmieri è stato straziante.

Nonnc’è una sola parola che si possa spendere, senza cadere nella vieta banalità,nper esprimere il dolore provato dai genitori, dai parenti, dagli amici più prossimi, raccoltisi in preghiera nella Cattedrale in questo caldissimo pomeriggio di luglio per rendere l’estremo saluto al bimbo di soli cinque anni morto venerdì mattina in seguito a un tragico incidente in una villa, adibita a centro estivo, sulla via vecchia per Sovereto.

Paolo se ne è andato mentre stava giocando, come tutti i suoi coetanei fanno nelle interminabili, splendide mattine d’estate dell’infanzia. “Non ci sononparole che possano colmare il dolore per questa tragedia. Forse solonla contemplazione, o il silenzio”, afferma don Michele Stragapede, che ha co-officiato assieme al parroco della Concattedrale, donnFranco Vitagliano, una cerimonia essenziale, umile, dominata dal silenzio. Il sentimento comune è di incredulità, ancora, per il modo inaccettabile con cui una vita appena sbocciata ènstata recisa da un ingeneroso destino.

“Erandi una intelligenza e di una vitalità estreme”, ricorda ilncelebrante nell’omelia, “e non deve dunque essere ricordato nellanmorte, ma nella vita. Adesso è un angelo, e anche se è difficilencrederlo starà accanto a noi, al papà, alla mamma, al fratello, anchi gli ha voluto bene e lo ricorderà sempre”, indica.

“Sopravviverenai propri figli è certamente la cosa più tragica e innaturale chenpossa capitare a dei genitori”, ammette. “Ma celebrare la vitannonostante la morte è l’unica maniera che noi abbiamo per poternmettere a Paolo le ali e farlo volare al Settimo Cielo, farlondiventare un angelo che continui a starci accanto. ‘Addio’nè il saluto più bello e significativo che possiamo dire anPaolo, perché lo affidiamo letteralmente a dio, che ci ama e ci dànla forza di amare. Lui ci abbraccia tutti con il suo amore”,nconclude il sermone il segretario, prima di benedire, e congedare, ilnferetro di Paolo con un “Salve Regina”, rotto da un emozionato, struggente applauso corale. Chiude le esequie un saluto – un semplice, ma intenso “ciao” – della maestra di scuola materna di Paolo.

Manun simile, anticipato commiato non è umanamente possibile, né assolutamente sopportabile per i cari di Paolo, talmente immedicabile è lanperdita che stanno attraversando. L’epilogo della esequie, ciò che accade nei momenti immediatamente successivi alla cerimonia, all’esterno della chiesa, è unonstrazio indicibile, su cui è sacrosanto stendere un velo di pietà, per rispetto encarità nei confronti degli inconsolabili genitori e di tutti quelli che hanno voluto bene a questonangioletto volato via troppo presto.

lunedì 10 Luglio 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti