Cronaca

Sgominata la banda dei furti di rame, arrestati quattro bitontini

La Redazione
I cavi danneggiati
I carabinieri hanno eseguito gli arresti questa notte
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Sgominata la banda dedita ai furti di cavi di rame lungo la linea ferroviaria della Bari Nord.

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Arrestati – in flagranza di reato – quattro bitontini rispettivamente di 46, 28, 20 e 31 anni, mentre altri tre sono stati denunciati. A bloccarli la notte scorsa sono stati i carabinieri del nucleo operativo di Molfetta insieme a quelli della locale Stazione, grazie ad un capillare servizio di controllo del territorio predisposto dal comando provinciale di Bari, nelle provincie di Bari e BAT.

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I fatti. È da poco passata la mezzanotte quando giunge l’allarme al numero d’emergenza 112 della compagnia carabinieri di Molfetta che segnala un’interruzione di corrente lungo la ferrovia che collega Bitonto a Bari, poco fuori il centro abitato di Bitonto. I ladri sono però ignari che, allo scopo di infrenare il crescente fenomeno delittuoso dei furti e danneggiamenti dei cavi di rame ai danni delle Ferrovie dello Stato e della Ferrotramviaria, da diverse notti vengono svolti continui servizi di appostamento nelle campagne da parte di personale del comando provinciale carabinieri di Bari ed in particolare dei carabinieri della compagnia di Molfetta lungo la strada ferrata che attraversa diversi importanti comuni del Nord Barese come Terlizzi e Bitonto.

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Vengono intercettati cinque individui – riconosciuti immediatamente perché volti ormai noti alle forze dell’ordine – che, nonostante la presenza dei militari, riescono a raggiungere una Alfa Romeo 147 grigia, risultata successivamente rubata qualche giorno fa a Molfetta, nascosta fra gli alberi, per darsi alla fuga. Agganciati al mezzo ci sono già circa 400 metri di cavi di rame sguainato.

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L'inseguimento. Ne nasce un inseguimento nelle campagne, fra gli alberi di ulivo: un militare rischia di essere investito e, solo grazie ad una mossa repentina, riesce d evitare l’investimento. Ormai braccati, i ladri abbandonano l’auto ed il prezioso carico, dividendosi. Passano però pochi minuti e una pattuglia del 112 blocca, a qualche centinaio di metri, a bordo di una Fiat Punto bianca condotta dal padre di uno dei ladri, tre dei fuggitivi che non possono fare a meno di arrendersi. 

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Mancano all’appello due dei cinque autori del furto, ma anche questi ultimi hanno i minuti contati. Sono, infatti le 2.30 circa quando i due giovani, a bordo di una Fiat verde utilizzata da uno dei due, vengono intercettati nei pressi della loro abitazione. Ne nasce un secondo inseguimento che consente ad uno dei ladri di darsi alla fuga, mentre il conducente viene bloccato e portato in caserma.

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Immediate le perquisizioni, effettuate presso alcuni depositi di mezzi agricoli, di proprietà del padre di uno dei fuggitivi, che consentono di ritrovare decine di numerose centraline elettroniche e volanti di autovetture di vari modelli, decine di ruote, complete di cerchi, attrezzi da scasso come tenaglie e pinze di grosse dimensioni, nonché 18 cartucce per fucile calibro 36, prive di marca, detenute senza titolo autorizzativo. 

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Il ritrovamento fa intendere ai carabinieri che la banda si potrebbe dedicare anche al compimento di furti di auto. Tuttavia i militari sono convinti che quei ruderi in campagna nascondano altra merce di dubbia provenienza. L'ipotesi viene suffragata  quando, in seguito ad immediati controlli effettuati nei casolari in località Corchio (zona dove era stata abbandonata l’Alfa 147), vengono ritrovati in una casa rurale di proprietà  di un noto pregiudicato bitontino, due quintali di rame già sguainato e pronto ad essere venduto. Lo stesso viene segnalato per il reato di ricettazione dei cavi di rame.  

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Le accuse. I quatto bitontini, su disposizione della magistratura barese, sono quindi condotti presso la casa circondariale del capoluogo pugliese. Sono accusati, in concorso con l’unico giovane fuggito e attivamente ricercato, dei reati di furto di componenti metalliche sottratte ad infrastrutture destinate ai servizi di trasporto, nella nuova fattispecie voluta dal legislatore nel 2014, attentati alla sicurezza dei trasporti, ricettazione dell’auto rubata, interruzione di un pubblico servizio, rapina impropria, possesso ingiustificato di grimaldelli e attrezzi atti allo scasso.

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Il padre di uno degli arrestati viene, infine, denunciato per favoreggiamento personale, ricettazione delle apparecchiature elettroniche e dei pezzi di auto nonché per la detenzione illegale munizione da caccia. Le auto utilizzate sottoposte a sequestro, mentre i cavi di rame sono stati restituiti alla Ferrotramviaria.

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lunedì 13 Marzo 2017

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