“Come spiegare il mistero della morte, questa cosa profondamente irrazionale, a tutta la gente convenuta qui per salutare Nicolò? In questi casi è essenziale la fede, e la fede non è contro la ragione, ma oltre. La vita eterna, anche, è oltre la morte”.
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Con queste parole don Franco Vitagliano ha introdotto la sua omelia nel corso della cerimonia funebre di Nicolò Cagnetta, l'agricoltore di 59 anni morto mercoledì scorso in contrada Pozzo Soldano a causa di un tragico incidente occorsogli mentre effettuava operazioni di manutenzione su un mezzo agricolo.
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Cattedrale e piazza Don Tonino Bello gremite sin dal primo pomeriggio da parenti, amici e semplici conoscenti, convenuti per rendere l'estremo saluto a un uomo che era alquanto conosciuto e benvoluto, in città, soprattutto all'interno della comunità agricola cui orgogliosamente apparteneva.
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La cerimonia, svoltasi in forma pubblica – accanto all'altare maggiore campeggiava il gonfalone ufficiale del Comune di Terlizzi, è stata composta e silenziosa, interrotta soltanto nelle fasi finali per ben quattro volte da applausi di commozione.
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Al termine della celebrazione, il feretro di Nicolò è stato accompagnato dai parenti più stretti attraverso il sagrato ornato da siepi floreali mentre la banda eseguiva un lungo requiem e, sotto un ultimo scroscio di applausi, venivano liberati nel cielo terso di questo inizio di Quaresima colombe e palloncini bianchi.
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