Attualità

«Nessuno può vantarsi di essere unico “custode della memoria” di Don Pietro Pappagallo»

La Redazione
don pietro pappagallo
Il fronte dei ribelli replica al giornalista Renato Brucoli, che aveva accusato il centro sociale autogestito di fare confusione storica e politica in merito alla legittimità del riconoscimento di Giusto fra le nazioni
scrivi un commento 11

Sta facendo discutere la decisione dell’istituto Yad Vashem di Gerusalemme, custode della memoria della Shoah, di attribuire a Don Pietro Pappagallo l’onorificenza di Giusto fra le nazioni per la sua attività a sostegno degli ebrei nel contesto della Resistenza romana durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il centro sociale autogestito Il fronte dei ribelli ha sostenuto nei giorni scorsi che la famiglia Pappagallo non dovrebbe accettare il riconoscimento perché proviene da uno Stato, Israele, che non rispetterebbe i diritti umani e civili dei palestinesi e dunque è liberticida, come nel passato lo sono state le dittature che Don Pietro ha, da parte sua, combattuto. A questa presa di posizione ha replicato frontalmente dalle nostre colonne il giornalista Renato Brucoli, accusando Il fronte dei ribelli di far confusione storica e politica in merito alla legittimità dell’onorificenza, che nulla avrebbe a che fare – secondo Brucoli – con il governo israeliano.

Arriva però astro giro di posta la controreplica del Fronte, che pubblichiamo integralmente di seguito.

Gent.mo dott. Brucoli,

In qualità di pericolosi estremisti, forse presunti terroristi, almeno così lo stato D’Israele definisce coloro che portano le kefieh, ci teniamo a precisare in maniera stranamente pacata delle cose.

In primis siamo costernati di essere stati per Lei troppo ondivaghi, disinformati, confusi, pretestuosi e polemici, ma ci permetta di esplicitarLe meglio quello che noi stiamo cercando di dire.

Se Don Pietro Pappagallo fa parte della memoria della resistenza italiana, nessuno può vantare dei diritti di “copyright in qualità di custode”. Ben venga il suo impegno di cui ci felicitiamo, ma una memoria che si colloca in un determinato periodo storico senza che il futuro possa trarne beneficio, è una memoria vuota, cieca, abietta.

L’elenco poi di personalità che sono a favore di suddetto riconoscimento, tra cui ci sarebbe anche l’ex presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, stia tranquillo, non ci faranno desistere dal nostro impegno, che è quello di rendere la memoria viva.

Lei provi solo ad immaginare cosa potrebbe pensare un uomo che dopo essersi sacrificato in difesa di una minoranza oppressa, dall’aldilà, si chiede come quella minoranza possa essere diventata dopo una guerra maggioranza che opprime.

Come può chi ha vissuto l’oppressione dell’uomo sull’altro uomo, legittimare simile violenza.

Come può la Memoria essere viva, se si dimenticano i motivi per cui le persone hanno fatto scelte forti.

Questo ci siamo chiesti, davanti ad un riconoscimento che se pur raccoglie un entourage autoctono, di certo non cancella ciò che è, e cioè un governo di criminali e di assassini.

E coloro che direttamente o indirettamente lo riconoscono, senza sentire il peso delle numerose morti di gente indifesa che reclama giustizia, sono responsabili del peso delle parole dette e scritte, soprattutto quando usano il sito della diocesi e il consenso strumentale di una maggioranza che non ha pensiero critico, per legittimare posizioni che sono totalmente in contrasto con i diritti umani, perché questo è oggi riconoscere l’istituzione dello stato di Israele.

Forse saremo estremisti, strumentali, ma bisogna avere il peso delle coscienze, poiché il riconoscimento ebraico non è solo frutto di una istituzione, ma è anche la differenziazione dell’essere umano sotto il profilo religioso.

La nostra nota iniziale infatti rispondeva al nipote, poiché nell’articolo iniziale di Terlizzilive si riportavano le sue dichiarazioni.

Crediamo in coscienza semplicemente di aver preso le difese degli oppressi, contestualizzando la memoria e rendendola viva. L’idea infatti di questa premiazione è un po’ come se Giovanni Falcone fosse premiato da Cosa Nostra per la sua battaglia contro la mafia.

E non solo. Le diremo di più. Se la memoria, proprio in questo tempo globalizzato, dovesse essere sbiadita o non usata per non ripetere la storia, allora quella si che sarebbe una grave perdita.

Poiché ieri erano i nazisti, oggi si chiamano israeliani.

giovedì 19 Luglio 2018

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti