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Reddito di inclusione, ecco i Caf terlizzesi accreditati

La Redazione
rei
L'elenco dei centri per la compilazione delle domande
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente il decreto legislativo che introduce il Reddito di inclusione (Rei).

Il provvedimento, che si sostituisce al precedente “Sia” (sostegno all’inclusione attiva) dal 1 gennaio 2018, è la misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

I Caf terlizzesi che si sono accreditati per la compilazione delle domande sono i seguenti: Caf Cisl via Rosmini n. 32; Caf Cgil corso Vittorio Emanuele n. 58; Caf Italia via Gorizia n. 34; Caf Italia via Quarto n. 14; Caf Unsic largo Pappagallo n. 40.

Il Rei parte da un importo minimo di 190 euro per una situazione mononucleare fino a un massimo di 485 euro al mese, per un nucleo familiare di 5 o più persone; l’entità dell’importo varierà dunque in base al numero dei componenti del nucleo familiare e dalla situazione patrimoniale, sempre previa presentazione del modello Isee. Il beneficio economico del Rei verrà distribuito su 12 mensilità e comunque non oltre 18 e non potrà infine essere richiesto nuovamente, prima di 6 mesi dall’ultima erogazione.

I requisiti economici sono individuati sulla base dell’Isee e delle sue componenti reddituali e patrimoniali, ne consegue che per accedere al Rei, il nucleo familiare deve essere in possesso congiuntamente di:

Un valore Isee in corso di validità non superiore a € 6.000;
Un valore Isre (l’indicatore reddituale dell’Isee diviso la scala di equivalenza) non superiore a € 3.000;
Un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a € 20.000;
Un valore del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a € 10.000 (ridotto a € 8.000 per la coppia e a € 6.000 per la persona sola).

Priorità nell’accesso al Rei, in sede di prima applicazione, è stata accordata alle famiglie con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati over 55 e sempre a patto che nessuno dei membri del nucleo goda già di altro sussidio di disoccupazione involontaria (vd. Naspi, AsDi o simili).

La domanda dovrà essere presentata dall’interessato o da un componente del nucleo familiare presso i punti per l’accesso al Rei che verranno identificati dai Comuni/Ambiti territoriali. Comuni che, inoltre dovranno avviare Progetti personalizzati di attivazione e di inclusione sociale lavorativa costruiti insieme al nucleo familiare sulla base di una valutazione multidimensionale finalizzata a identificarne i bisogni nonché dell’eventuale presenza di fattori ambientali di sostegno.

Il Rei rappresenta sicuramente un’iniziativa concreta nei confronti di quei cittadini che vivono in una condizione di disagio sociale; verso questi nuclei il sistema-Caf è pronto ad assicurare quell’assistenza capillare sul versante della certificazione Isee su tutto il territorio nazionale, forte di una rete di competenze che in questi anni hanno rappresentato un punto di riferimento per milioni di italiani che hanno avuto diritto a provvidenze sociali.

lunedì 15 Gennaio 2018

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