Attualità

Festival per la Legalità, una tradizione (civile) che si rinnova

La Redazione
Festival per la Legalità
La sesta edizione della manifestazione ha portato a Terlizzi ospiti di rilievo quali Sandro Ruotolo, Daniela Marcone, Davide Vecchi, autore del libro sul caso David Rossi, uno dei misteri giudiziari italiani
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Anchenla sesta edizione del Festival della Legalità è andata in archivio.

nIlncambio di cornice – la tre giorni si è svolta nella bibliotecancomunale Marinelli Giovene – non ha inciso sulla formula ensoprattutto sullo spirito della manifestazione, che ha avutonquest’anno come protagonisti “Uomini e donne della societàncivile”.

nSononintervenuti, nel corso delle serata, ospiti che hanno testimoniato enraccontato la vita di alcune – purtroppo celebri – vittimeninnocenti di mafia in Puglia, nonché giornalisti e scrittori chenhanno ripercorso la storia di David Rossi, ilnresponsabile dell’area comunicazione di Monte dei Paschi di Sienanmorto nel marzo del 2013 dopo essere precipitato (accidentalmente?)nda un ufficio della sede storica della banca.

nIln12 ottobre si è discusso di “Caporalatone nuove schiavitù” in un dibattito moderato dal giornalista dinTelenorba Di Benedetto. Il temanè stato introdotto e approfondito da EttorenCardinali, magistrato, Lorenzo Gadaleta, magistrato e Presidentendell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) di Bari, Anna Lepore,nsegretario generale Flai Cgil, Leonardo Palmisano, autore del libron“Mafia Caporale” (Fandango Editore). Il caporalato è un fenomenonlegato alle agromafie e alla gestione del mercatondelle braccia, che non ha necessariamente a che fare con i migranti, ma può svilupparsi anche attorno a lavoratori italiani. Ilntragico simbolo di questa vicenda è diventato quello di PaolanClemente, lavoratrice 49 enne di San Giorgio Jonico deceduta a causandella fatica mentre lavorava all’acinellaturandell’uva.

nL’indomani,n13nottobre, è stata la volta dinDanielanMarcone, vicepresidentennazionale di Libera e referente nazionale del settore “Memoria”,nil giornalista SandronRuotolo ednElviranZaccagnino, direttricendelle edizioni “La meridiana”. La Marcone ha presentato ilnsuo libro “Nonna caso”,nuna inchiesta-narrazione su vicende tratte da storie di “vittimenpugliesi di mafia” e non di “vittime di mafia pugliese” (comenha tenuto a precisarenl’autrice). Tra di esse, sono stati ricordatinHysonTelharaj, lavoratore ribellatosi allo sfruttamento e per questonpicchiato e ucciso; Antonio Montinaro (di Calimera), agentendella scortandel Giudice Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci il 23nmaggio del 1992, e il suo collega Rocco di Cillo (di Triggiano);nGaetano Marchitelli, vittima innocente della Sacra corona unita innPuglia e infine il giovane Michele Fazio, ucciso per sbaglio perchénsi trovava nel momento sbagliato al posto sbagliato. Dallenindagini poi emergerà che quest’ultimo venne usato comenscudo da Giuseppe De Felice, detto “Pinuccio ù napoletan”, delnclan Strisciuglio, in un agguato.

nTrangli ospiti più attesi del festival per la legalità, nella seratanconclusiva del 14 ottobre, DavidenVecchi, autore del Libro “Il caso David Rossi. Il suicidionimperfetto del manager Monte dei Paschi di Siena” (Chiarelettere);nGiuliano Foschini, giornalista de “La Repubblica”, e Giovanni dinBenedetto, giornalista di Telenorba, che hanno provato a far chiarezza sul caso del manager del Monte Dei Paschi di Siena.

nIl file “David Rossi” è ancora oscuro, doloroso e incerto: per benndue volte le indagini sono state archiviate ma la famiglia non hanmai creduto alla tesi del suicidio in quanto la ricostruzione degli inquirenti presenta ancora oggi molte incongruenze. Iln6 marzo del 2013 il corpo senza vita di David Rossi, ex capo della comunicazione del Monte deinPaschi di Siena, viene trovato sotto la finestra del suo ufficio, innuna stradina chiusa del centro storico della città. Nel suo studio, dopo i rilievi, vengono ritrovati tre biglietti, indirizzati alla moglie poi gettatinnel cestino. Ma secondo i periti calligrafici e l’avvocato della famiglianRossi, David potrebbe essere stato costretto a scrivere inbigliettini d’addio. La tesi è quella dell’omicidio: Rossi sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa e poi, privo di sensi, gettato dalla finestranda almeno due persone. Sulla sua morte resta tuttavia mistero fitto: vi sarebbero anche innumerevoli discordanze provenientindalle ricostruzioni delle perizie del medico legale come una feritanalla testa e le ecchimosi sulle braccia. La famiglia di Rossi chiede inoltre l’esibizione di prove che sarebbero misteriosamente scomparse, e soprattuttonsi oppone alla archiviazione voluta dai magistrati. Inoltre, apparenormai incontrovertibilmente certo che giorni prima di morire DavidnRossi avesse più volte manifestato la volontà di essere sentito dainmagistrati.

Aver ospitato Vecchi, autore di un libro sul caso politico-giudiziario del momento, è stato il vero “colpo” giornalistico del Festival per la Legalità, che si ripropone come uno dei momenti imperdibili dell’agenda “civile” terlizzese.

mercoledì 18 Ottobre 2017

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