Ieri la chiesetta di Log Logo, un villaggio del Kenya, è diventata parrocchia, ed è stata affidata a Don Paolo Malerba, sacerdote “fidei donum” in Africa da quasi due anni.
L’edificio ecclesiastico, costruito 25 anni fa, è stato intitolato all’Immacolata, dedica che è particolarmente congeniale a Don Paolo, che è nato proprio il giorno dell’Immacolata – l’8 dicembre del 1976 – e – come racconta a “Luce e Vita”, periodico della Diocesi di Molfetta – “nel 2008, 13 dicembre, al mio primo arrivo in Africa, lì ho celebrato la prima messa”.
“È una delle primissime comunità che fino ad oggi era legata a Laisamis, un centro più grande, prima parrocchia di Marsabit. La mancanza di preti e altre componenti aveva rimandato l’apertura di Log Logo a parrocchia”, continua la testimonianza di Don Paolo a “Luce e Vita”. “Inizieremo in semplicità. Sappiamo che la chiesa non è fatta di mattoni, ma di persone”.
Quella di Marsabit è una diocesi di frontiera, esposta com’è alla realtà dell’islam, molto incombente, anche per ragioni geografiche. “Quella dell’Islam è una realtà forte, ma anche affascinante perché ci aiuta a dare più senso, sapore e colore alla nostra fede”, spiega Don Paolo. “I giovani purtroppo si convertono all’Islam perché gli offrono soldi, lavoro e futuro. Un progetto che vorrei iniziare da subito, oltre quello pastorale dell’annuncio della fede, sarà una vicinanza ai giovani con la creazione di lavoro. Lavoreremo perché i cristiani non si sentano soli o uomini e donne di serie b. Io cercherò di essere accanto a loro. Non mi sostituirò a loro”.